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Le 3 condizioni degli ultrà

Creato il 05 maggio 2014 da Aplusk

ultras scontri Fiorentina NapoliL’inferno scatenato non in campo ma fuori dallo stadio Olimpico ha suscitato reazioni a catena anche ai vertici. Impossibile stare a guardare senza proferire parola. Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha parlato di inasprimento dei Daspo e di Daspo a vita. Ottime intenzioni, ma credo rimarranno tali.
Ero a due passi da lui, quando circa 6 mesi fa annunciava novità importanti nella sede della Lega calcio e una task force appositamente istituita per contrastare il fenomeno violenza fuori e negli stadi. Anche in quell’occasione, la miccia era stata accesa dal caso scoppiato attorno a Salernitana-Nocerina. Violenza, minacce e giocatori ospiti ostaggio della propria tifoseria. Sul lato pratico, non è cambiato nulla. Tornando all’attualità, nonostante le smentite del questore Mazza: “Nessuna trattativa con gli ultrà”, non sembra così improbabile che Genny a’ Carogna abbia dato le 3 condizioni degli ultrà per dare l’assenso alla ripresa della gara. Già questo è inaccettabile.

Le 3 condizioni degli ultrà e l’ok del capo tifoseria

Ebbene, le condizioni sarebbero state: 1) Sapere se c’erano morti tra i tifosi, se vi erano stati incidenti tra napoletani e fiorentini e se la polizia si fosse scontrata con tifosi rimasti feriti, 2) I tifosi del Napoli hanno voluto incontrare quelli della Fiorentina sul da farsi: “Siete voi che avete i feriti, decidete voi” la risposta del tifo viola, 3) Genny a’ Carogna incontra il capitano Hamsik per farsi comunicare cosa sia effettivamente successo fuori dallo stadio, dopodiché dà il suo benestare alla ripresa.

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Inutile stare qui a dire che in un paese civile certe cose non succedono o che serve il pugno duro e il rispetto delle leggi per combattere questi fenomeni. Partiamo da qualche proposta concreta. Il Daspo a vita potrebbe essere davvero una prima soluzione efficace per tenere definitivamente lontane persone inadeguate a frequentare gli stadi. Inoltre, anche la legge paventata dal presidente di Lega Maurizio Beretta per proibire l’accesso alle strutture a chi abbia dei precedenti potrebbe essere una via. L’importante è fare e sperimentare. A stare fermi a guardare si finisce, troppo spesso, sotto scacco.


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