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Le 5 specie di Narciso presenti in Italia. Il fiore che annuncia la Primavera

Creato il 15 febbraio 2014 da Altovastese

Storia, utilizzi curiosità del fiore simbolo della bellezza. Nella Valle del Trigno presenti copiose fioriture

Narciso nostrano Narcissus tazetta subsp. tazetta, valle del TrignoIl Narciso è un fiore assai apprezzato per la sua bellezza sin dall’antichità. Il narciso è uno dei primi fiori a sbocciare, annunciando così l’imminente arrivo della Primavera. Parecchie specie, originarie soprattutto del bacino del mediterraneo, sono ampiamente coltivate come piante ornamentali da tempo immemorabile. Da esse sono state ottenute per ibridazione e selezione numerosissimi ceppi con ampie differenze morfologiche.

STORIA E MITOLOGIA DEL NARCISO. Il Narciso era già noto agli antichi Egizi e ai Greci. Il nome, infatti, deriva da narkao= stordire, paralizzare, da cui deriva anche la parola italiana “narcotico”, in riferimento al fatto che il suo forte profumo è capace di stordire.

Anche i Latini conoscevano molto bene questa pianta. Infatti, il Narciso è uno dei fiori più celebrati nella mitologia greca e romana. Per gli antichi Greci, Narciso era un giovinetto figlio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope. All’età di quindici anni, bellissimo e ambiguo, era desiderato da giovini e fanciulle, che però lui respingeva perché non ritenuti all’altezza di lui. Ma l’ora del castigo venne quando uno dei suoi tanti innamorati implorò gli dei sperando che si innamorasse anche lui ma che non possedesse chi lo amava.
Un giorno, inseguendo un cervo, si specchiò nell’acqua e non riconoscendosi, si invaghi di se stesso; in seguito scoprì la verità struggendosi nell’impossibile amore tanto da desiderare di uscire dal proprio corpo. Finchè, non decidendosi a darsi ad alcun spasimante, in quanto quello che desiderava era in lui, morì di consunzione. Quando le ninfe iniziarono a preparare il feretro e il rogo si accorsero che il corpo del giovinetto era sparito e in sua vece nel posto era sbocciato un fiore con i petali bianchi e giallo al centro. La versione narrata da Ovidio, invece, era ambientata in Beozia nella città di Tespi (v. Narciso).(Fonte: http://www.actaplantarum.org)

IL NARCISO NEL VASTESE. Nel vastese, la parte meridionale della provincia di Chieti, il Narciso è un fiore piuttosto comune. Dai primi di febbraio e sino a metà aprile, in buona parte della Valle del Trigno, è presente allo stato spontaneo una delle specie più appariscenti, il Narciso nostrano, detto anche Narciso tazzetta (Narcissus tazetta). Il profumo dei suoi fiori, simile a quello del miele, riempie i campi di aromi inebrianti. Il colore dorato della corolla accende di allegria la campagna, verdeggiante per l’arrivo della Primavera. Nel vastese la specie è presente nei campi coltivati e nei prati lungo la Valle del Trigno e fino alla media collina. E’ particolarmente abbondante tra Cupello, Lentella, Fresagrandinaria e Dogliola.

ETIMOLOGIA DIALETTALE. Nel dialetto abruzzese il Narciso dei poeti (Narcissus poeticus) è chiamato campane, fiore camapane, fiore de la Madonne, carufene de muntagne, giunchije, narcise e rosasùca. Il Narciso nostrale (Narcissus tazzetta) è chiamato Cipulline, Ire, Zerlanda. Nel vastese il termine dialettale più comune è cipulline, termine che indica molte specie bulbose appartenenti alla famiglia delle Liliacee tra cui ad esempio il Lampascione, o appunto, la Cipolla  (Allium caepa).

Purtroppo il Narciso è una delle tante specie a rischio a causa degli “erbicidi”, delle monocolture e…dei pannelli fotovoltaici. Dobbiamo ritenerci fortunati a poter assistere, ad ogni Primavera, a copiose fioriture di questo magnifico e profumato fiore. Abbiamone cura dei luoghi in cui cresce!

LE 5 SPECIE DI NARCISO PRESENTI IN ITALIA. In Italia sono spontanee 5 specie di Narciso, appartenenti alla famiglia delle Amaryllidaceae. Della stessa famiglia fanno parte anche altre interessanti specie quali il Bucaneve (Galanthus nivalis), lo Zafferanastro giallo (Sternbergia lutea), lo Zafferanastro appenninico (Sternbergia colcjiflora) e il Giglio marino (Pancratium maritimum). Numerose sono anche le specie e le varietà coltivate che talvolta possono spontaneizzarsi. Vediamo nel dettaglio descrizioni e caratteristiche delle specie presenti.

1) Narciso nostrale, Narciso tazzetta, Tazzetta (Narcissus tazetta)

Narciso nostrano, Valle del Trigno, Dogliola (CH)

Narciso nostrano, Valle del Trigno, Dogliola (CH)

Habitat e Distribuzione. Prati da 0 a 1400 metri. Fiorisce da aprile a maggio al Sud anche tra dicembre e marzo.

Le 2 sottospecie (subsp. tazetta e subsp. bertoloii). La specie nominale è comune nelle praterie umide della Liguria, della Penisola verso Nord fino all’Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. Altrove risulta coltivata e frequentemente subspontaneizzata. In Abruzzo è poco comune (vedi Abruzzo in fiore, Giovanni Galetti, 2008, pag. 792). Nel vastese è comune la specie nominale Narcissus tazetta subsp,. tazetta con lacinie bianche e paracorolla bianca.

Sul versante tirrenico è presente, ma rara, la subspecie Narcissus tazetta subsp. bertolonii, avente lacinie giallastre e paracorolla di un giallo più intenso.

Le due subspecie ben caratterizzate allo stato puro, sono in realtà collegate da una miriade di forme intermedie. Infatti, il Pignatti elenca circa 22 specie da alcuni autori e a vario titolo considerate come specie, ma che invece sono variabilità subspecie tazzetta: N. canaliculatus, N.neglectus, N.patulus, N. spiralis, N. bicchianus, N. remopollensis, N.spiralis, N. tenorii, N. aschersonii, N. cypri, N. bincae, N. lacticolor, N. unicolor, N. dubius, N. polyanthos, N. seguntiae, N. papyraceus, N. barlae, N. gennarii, N. pannizzianus, N. siculus, N. albulus; altre specie, invece, sono afferibili alla subspecie bertolonii (N. chrysanthus, N. cupularis, N. aureus, N. puccinelli, N. italicus).

Descrizione. Altezza 20-70 cm. Bulbo piriforme (3-4 cm) con tuniche brune talvolta allungate ad avvolgere lo scapo, piuttosto robusto. Foglie in numero di 4-6, piane, larghe 1 (2) cm e lungo quanto lo scapo, ottuse. Fiori 3-8 (20) generalmente profumati. Spata membranosa di solito biancastra di 5-6 cm e lacinie lanceolate; paracorolla a forma di tazzina del diametro di 6-8 mm, lunga 3-5 mm; caspula obovoide, coriacea. Semi neri (3 mm). Specie simile. Narciso bifloro (Narcissus biflorus), coltivato per ornamento e subspontaneo in Italia settentrionale e altre località della Penisola.

2) Narciso trombone (Narcissus pseudonarcissus)

Narciso trombone valle del trigno

Habitat. Coltivato per ornamento spesso in forme a fiore pieno ed inselvatichito negli orti, vigne, campi da 0 a 800 m. Fiorisce tra Marzo e Maggio.

Distribuzione. Italia Settentrionale, Centrale e Meridionale fino alla Basilicata. Raro, allo stato spontaneo. Nel vastese alcuni esemplari spontanei sono presenti lungo la Valle del Trigno tra Lentella, Dogliola e Fresagrandinaria.

Descrizione. Bulbo ovoide 2-4 cm con tuniche brune; scapo eretto, compresso. Foglie lineari, larghe 7-15 mm, piane lunghe più o meno quanto lo scapo. Fiore unico (raramente 2); spata ialina, membranosa, 4-5 cm; perigonio giallo più o meno intenso, talvolta bianco con tubo di 1,5 cm, lacinie di 3-4 cm e paracorolla tubulosa (2 x 4,5 cm), dentata o arrotolata sul bordo. Altezza 20-40 cm.

Specie simili.  La Flora d’Italia di Pignatti fa riferimento ad altre 3 specie simili a questa che risultano coltivate e che si spontaneizzano raramente: il Narciso senza pari (Narcissus incomparabilis); il Narciso odorato (Narcissus odorus) e il Narciso giunchiglia o Giunchiglia di Spagna (Narcissus jonquilla).

3) Narciso selvatico, Narciso dei poeti (Narcissus poeticus)

Narcissus_poeticus

Habitat. Pascoli montani, boscaglie da 600 a 1600 metri. Fiorisce da aprile a maggio.

Distribuzione: Alpi Piemontesi, Liguria, Penisola (sui rilievi) fino alla Sila. Comune. In Abruzzo è comune sui principali rilievo montuosi, in particolare sulla Majella. Nel vastese non sono conosciuti popolamenti di questa specie.

Descrizione. pianta perenne, alta 20-40 cm; scapo eretto, debolmente schiacciato, all’apice ripiegato-patente; foglie nastriformi, glauche, erette o ripiegate a metà, più corte dello scapo. Spata membranosa biancastra, paracalice verde scuro. Fiore unico; perigonio con tubo di 20 mm e tepali ovali, rivoluti sui bordi; paracorolla imbutiforme corta, giallo-chiara, con margine colorito di rosso.

4) Narcissus radiiflorus.

Narcissus radiiflorus

Narcissus radiiflorus

Habitat: prati aridi montani, pendii rupestri, boscaglie  da 300 a 1500 metri. Fiorisce tra aprile e maggio.

Distribuzione: Alpi lungo il bordo meridionale, dal Carso Triestino al Piemonte, Colli Euganei, Liguria. Specie localmente comune. Segnalato anche presso Pisa, Umbria a Castelluccio, Napoletano sui monti Lattari, Pollino. In Abruzzo è assente.

Descrizione. Bulbo ovoide (1,5 x 2 cm) con guaine ferruginee avvolgenti la base dello scapo, questo bicompresso. Foglie 2-3, più o meno glauche, larghe 4-5 mm, terminanti in una punta biancastra. Fiore unico (diametro 4 cm) spata membranosa biancastra. Perigonio con tubo di 2 cm  lacinie candide ovali (13 x 20-22 mm), acute; paracorolla breve (2-3 mm), diametro 8-9 mm, erosa, gialla alla base e sul bordo di un rosso croceo.

Narciso autunnale (Narcissus serotinus)

narciso autunnale

Narciso autunnale

Habitat. Prati aridi sassosi, radure da 0 a 900 metri.

Distribuzione. Italia Meridionale, Sicilia, Sardegna, Corsica, Malta, Pantelleria, Arcipelago Toscano; anche sulle coste tirreniche all’Argentario, Orbetello, Ansedonia e in Lazio; dubbia in Molise. Specie rara.

Descrizione. Bulbo ovoide o subsferico (1-1,5 cm), con tuniche nerastre prolungate ad avvolgere la base dello scapo, questo gracile, cilindrico. Foglie 1-2, formantisi solo dopo la fioritura, filiformi (diametro 2 mm). Fiore unico (raramente 2); spata di 2-3 cm; perigonio con tubo di 1-2 cm e lacinie candide, lanceolate (4-8 x 10-20 mm), acute, paracorolla giallo-aranciata ridotta ad un anello largo 1-1,5 mm.

Curiosità

Nel linguaggio dei fiori indica autostima, vanità e incapacità di amare. Infatti,  dalla leggenda di Narciso, il giovane bellissimo innamoratosi della sua immagine, derivano i termini “narciso” e “narcisista”, in riferimento ad una persona troppo innamorata di sé. Gli antichi ammiravano molto il fiore ma,  allo stesso tempo,  lo temevano moltissimo per la sua tossicità, tanto da dedicarlo ad Ecate la regina e guida notturna dei morti che amava stare accanto al sangue versato. Infatti, non tutti sanno che il bulbo del narciso è estremamente tossico. Il bulbo contiene narcissina, un potente alcaloide che agisce sul sistema nervoso e può essere letale anche in dosi minime. Potrebbe essere la causa della morte improvvisa di animali che pascolano nei campi dove abbondano le sue fioriture. Il fiore essiccato viene tutt’ora utilizzato quale sedativo, antispasmodico e antidiarroico e per uso esterno.

Da alcune specie di Narciso si ricava anche la Galantaminautilizzata sotto forma di farmaco per la terapia delle forme di malattia di Alzheimer leggere o moderate, e di altri disturbi della memoria, particolarmente quelli di origine vascolare.

Coltivazione del Narciso

In commercio esistono centinaia di specie di Narciso. Per conoscere le principali tecniche di coltivazione è possibile visitare il sito http://www.giardinaggio.net/giardino/bulbi/narciso.asp.

Articolo di: Ivan Serafini


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