Ne potrei aver bisogno? No, non arrivo a un tale livello di follia e masochismo, però mi sono interrogata su quali sono le scuse migliori che adotto per non scrivere, forse per pigrizia o per distrazione, chissà...
Eccole qui.
1) Non sono ispirata.
Chi non conosce quella magica sensazione che ti fa volare sulla tastiera, che ti tiene occupata la mente, che ti assorbe completamente? Momenti che non sono mai destinati a durare perché l'ispirazione va e viene, lo sappiamo bene. Se aspettiamo la visita della Musa per scrivere, dubito che finiremo mai un libro. Eppure, quanto spesso mi dico "non scrivo perché non sono ispirata"o la sua variante "non sono in vena"... Forse perché sono troppo affezionata a quei momenti magici, a quell'intensità. Eppure, di fatto la scrittura non è fatta solo di ispirazione, ma anche di duro lavoro. Qualche volta bisogna forzarsi, anche se non si è "in vena".Basta con questa scusa e datti da fare!
2) Non ho tempo.
Ritagliarsi un angolo per scrivere è la sfida di tutti. Gli impegni quotidiani incombono, che si tratti di lavoro, faccende di casa, amici, vita sociale o altro. La verità è che il tempo non c'è o è pochissimo. Quindi è fin troppo facile crearsi delle giustificazioni con se stessi dicendo: non posso scrivere ora perché ho mille altre cose da fare.Forse non è una vera e propria scusa, in quanto è proprio vero che non ho molto tempo da dedicare a ciò che mi piace davvero e tutti i giorni devo combattere per trovare un po' di tempo in cui mandare tutto al diavolo e impormi di scrivere. E forse oltre a un momento tutto per sé serve a volte anche un angolo in senso spaziale, un posto particolare che ci aiuti a conservare la concentrazione. Per esempio un computer senza accesso a internet...
3) Che scrivo a fare?
Considerato il mondo editoriale, è meglio lasciar perdere: questo mi dico, a volte. La demotivazione è una scusa a portata di mano e anche ben fondata. Eppure, si scrive per ben altre ragioni che non la pubblicazione o la fama, non è così? Allora, in momenti di debolezza, in cui la voglia di scrivere si scontra con una realtà scoraggiante, è bene che io mi ricordi del vero motivo, la ragione completamente interiore, per cui ho bisogno di mettere nero su bianco storie e pensieri.Se non c'è questo forte imperativo a farlo, se non c'è vera passione, vero divertimento e vero piacere, allora la scusa "che scrivo a fare?" avrà di certo la meglio su di noi. E forse è giusto così.
4) Forse ciò che sto scrivendo non vale nulla.
Di solito le crisi di autostima arrivano verso la fine del romanzo, perché all'inizio sono sempre spinta da una grande ondata creativa che mi impedisce di fermarmi a riflettere sulla qualità di ciò che sto scrivendo. Poi però vengono i tanti dubbi e con essi arriva anche la scusa che è inutile proseguire perché forse dopotutto non ne vale la pena di investire tempo ed energie in questo progetto. Non è facile uscire da questo piccolo impasse. Anche perché in questa fase (cioè quando ancora non ho finito il libro) non faccio leggere quello che ho scritto a nessuno. E' una regola che mi sono data tempo fa, perché trovo che non ha senso far leggere qualcosa di non definitivo. E quindi non resta che farsi da soli un'iniezione di autostima e andare avanti!5) Lo faccio domani. Che fretta c'è?
Considerato che si tratta di un hobby, non c'è nessuna scadenza, nessuno che ci pungola o prema per farci scrivere. La maggior parte di noi non guadagna abbastanza per poter vivere della sua scrittura, dunque non si può considerare un lavoro.La conseguenza di ciò è che spesso rimando quest'attività a un altro giorno, a un momento in cui magari l'urgenza di farlo sarà forte e diventerà impossibile tergiversare.
Il problema è che così si perde l'occasione preziosa, il momento giusto, e magari anche l'ispirazione. Poi per una curiosa legge, più si ha tempo libero, meno si ha voglia di scrivere...
6) Ho altro per la testa, ora.
Ultimamente ho parecchi pensieri che ronzano nella mente, questioni su cui prendere decisioni importanti, preoccupazioni varie. E' un dato di fatto, non una scusa. Però è giusto sacrificare per questo qualcosa che mi piace, mi rilassa, mi appaga come? Probabilmente no. Mio marito mi sprona spesso a non lasciarmi condizionare da queste "altre questioni" e dedicarmi, invece, non appena posso a scrivere. Credo proprio che abbia ragione, anche se purtroppo non è facile lasciarsi alle spalle le preoccupazioni e i pensieri.Cose più importanti a cui pensare ce ne saranno sempre: la sfida, per quanto mi riguarda, è imparare a chiuderle fuori dal mio angolo di scrittura.
7) Ho il blocco dello scrittore.
Di questo argomento ho parlato davvero tanto su questo blog e molto trovate anche sul web, come se fosse una specie di malattia da cui guarire e possibilmente proteggersi. Ma quante volte è solo una scusa per non sforzarsi un po'? Magari siamo solo arrivati a un punto del libro "difficile" e dobbiamo impegnarci di più per portare avanti la storia. Mi accorgo che a volte è proprio così. Non sempre la storia scorre liscia, ho bisogno di fermarmi a riflettere e mettermi d'impegno a tirare fuori il seguito. Quando poi faccio uno sforzo di volontà, mi rendo conto che non avevo proprio nessun blocco.E voi vi ritrovate in queste scuse? Ne create di diverse o non mettete mai barriere tra voi e la vostra scrittura?
Anima di carta