Le acciaierie ternane tornano a Thyssenkrupp, esclusi gli industriali italiani

Creato il 30 novembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Thyssenkrupp torna proprietario delle acciaierie ternane. Secondo le ultime notizie, la cordata comprendente Arvedi e Marcegaglia sarebbe stata battuta. Un complesso gioco finanziario ha favorito il ritorno della proprietà dai finlandesi di Outokumpo ai tedeschi di Thyssenkrupp, che grazie agli investitori istituzionali hanno potuto offrire di più. La discussione sulla notizia, però, è ancora aperta ed è giunta a sorpresa, dopo che il Sole 24 ore già dava quasi per certo il successo della cordata che comprendeva i due gruppi industriali italiani.

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Il senatore ternano del Pd, Gianluca Rossi, annuncia che presenterà un’interrogazione parlamentare al Governo per fare più luce possibile sulla cessione delle acciaierie di Terni. “Apprendere, a tarda sera, da agenzie di stampa e siti internet, di quanto accadrà a migliaia di lavoratori e famiglie del nostro territorio, è una circostanza assai bizzarra. Per questa ragione, non più tardi di lunedì, depositerò un’interrogazione urgente al governo per comprendere cosa accadrà ad AST, quali ricadute avrà il ritorno da Outokumpu a Thyssenkrupp, e di quali ulteriori fatti sia a conoscenza il governo, che, stando a quanto ha voluto comunicare Outokumpu, ha avuto un ruolo di decisa cooperazione”.

“È importante rammentare a chi si occupa del futuro del sito produttivo di Terni – conclude il senatore Rossi – che la città ha sempre respinto il consumarsi di roulette russe sulla propria testa. È quindi fondamentale giocare a carte scoperte, allontanando tutti i dubbi su business chiari solo alle multinazionali e alla commissione europea, che, finora, hanno corroso la capacità produttiva e gli introiti di AST. Abbiamo tutto quello che serve per fare delle acciaierie ternane un fiore all’occhiello dell’industria siderurgica nazionale. Per questo, non arretreremo nelle richieste”.

Ugl. In una nota congiunta, il segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio D’Anolfo, e il coordinatore nazionale del comparto siderurgia Ugl metalmeccanici, Daniele Francescangeli, scrivono: ”Finalmente un segnale positivo per una vicenda che per troppo tempo ha lasciato nell’incertezza i tanti lavoratori che hanno contribuito a rendere il sito uno dei poli siderurgici più importanti d’Italia. Ben venga dunque il ritorno alla ‘vecchia casa-madre’, ma terremo alta la guardia”.

Per D’Anolfo “si tratta di un accordo significativo dal punto di vista della tutela del nostro patrimonio produttivo. Ci auguriamo dunque che come conseguenza dell’accordo raggiunto i lavoratori, che da troppo tempo stanno pagando il prezzo delle indecisioni, possano finalmente avere una certezza sulla gestione del futuro del polo produttivo”.

“Una buona notizia – aggiunge Francescangeli – che ci lascia anche un po’ esterrefatti. Sembra inverosimile se si pensa all’angoscia che hanno dovuto sopportare i lavoratori in questi anni, tra cassa integrazione, mobilità, contratti di solidarietà. Gli intenti validi e consolidati della ThyssenKrupp sicuramente porteranno alla ripresa del polo siderurgico”.

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http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_29112013_1757_419104657.html

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Vilnius, 29 nov – Le trattative per la cessione di Acciai Speciali Terni sembrano vicine all’epilogo ma la suspence non manca. Secondo fonti sindacali, resterebbe davvero poco per formalizzare la cessione da parte dei finlandesi di Outokumpu, come richiesto dall’Antitrust Ue: a rilevare le acciaierie ternane sarebbe la cordata formata dai franco-lussemburghesi di Aperam, con i gruppi italiani Marcegaglia e Arvedi. Il fondo statunitense Apollo non sarebbe completamente fuori dai giochi, ma quasi, sempre secondo i sindacati. Ancora piu’ assertivo il “Corriere dell’Umbria”, che oggi ha annunciato di fatto la conclusione dell’operazione, con il passaggio di Ast a Aperam-Marcegaglia-Arvedi, sostenendo che l’annuncio arrivera’ nelle prossime ore. Fonti industriali vicine al dossier, interpellate da Radiocor, suggeriscono pero’ maggior cautela, sostenendo che il quadro resta complesso. Secondo ulteriori indiscrezioni, la stima dell’asset umbro realizzata da Outokumpu, 560 milioni, non e’ vicina alla proposta della cordata italo-franco-lussemburghese. Il titolo del “Corriere dell’Umbria” ha catturato l’attenzione del presidente della Regione, Catiuscia Marini, che ha rilanciato l’articolo sul suo profilo Facebook. Interpellata da Radiocor, Marini ha dichiarato di non sapere affatto se la trattativa sia effettivamente in dirittura d’arrivo, di non avere notizie ne’ dalla Finlandia ne’ da Bruxelles, ma ha rinnovato l’auspicio che la vicenda si concluda in tempi molto veloci. “Ovviamente dal nostro versante auspichiamo rapidamente un nuovo assetto proprietario per ripartire, con un piano industriale, dopo un processo di cessione che si e’ trasformato in un limbo durato due anni”. Insomma, Marini non vede l’ora di avere un nuovo interlocutore con cui misurarsi sul piano industriale e sui livelli occupazionali, senza alcun pregiudizio. “Mi auguro – sottolinea Marini – che la Commissione Ue non valuti solo l’aspetto finanziario, ma anche” la consistenza industriale del piano e il fattore occupazione.

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