Non credete a quelli che vi dicono che quella sulla benzina è un normale, fisiologico aggravio. Si, da oggi sono salite di 4 centesimi al litro le accise sia sulla verde che sul diesel allo scopo di «fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale» dovuta «all’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa».
Non è una novità che questo sia un governo di impresari di spettacoli noir e di imprenditori della paura.
E questa è una “tassa di scopo”, un’accisa pensata per alimentare rancore e diffidenza, per far lievitare esclusione e rifiuto contro i disperati che incomprensibilmente verrebbero qui a cercare asilo e speranza. Per la verità sappiamo che gli esodi biblici sono più realisticamente necessari riti di passaggio prima di approdare a soluzioni meno aggressivamente e iniquamente ostili.
Si sa che la cultura non si può mangiare tra due fette di pane, così come la solidarietà si direbbe. E infatti era già stata annunciata un’altra misura di “scopo”: da venerdì primo luglio l’aumento delle acccise salirà a quasi 4,2 centesimi, visto che scatterà il secondo scaglione di rincaro previsto per il finanziamento del Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Così da incrementare oltre che il risentimento per il prezzo da pagare per la carità anche il disappunto per i costi della creatività e della bellezza.
Una volta c’era il fastidio per gli eterni inferiori e l’emulazione dei signori. Ma questo governo imbelle e inefficiente, ingiusto e spaccone ha dimostrato un singolare talento nel diffondere odio, nel concimare il terreno del Paese con i veleni della frustrazione, della diffidenza, dei rancori, delle rese morali e delle prevaricazioni contro i più deboli, colpevoli di non voler essere solo e perennemente sommersi.
Perfino dando un nome razzista e xenofobo, infame e disumano, alla tassa sul carburante per andare in gita al mare, quel mare che tante volte con la stessa loro crudele indifferenza si è chiuso sulla disperazione.