Le aereolinee più pazze del mondo

Creato il 29 gennaio 2012 da Cassintegrati @cassintegrati

Ci scrive Katia, 13 anni nel settore aereo, per raccontarci l’abuso sistematico che certe compagnie aeree fanno della cassa integrazione straordinaria: mantengono i loro dipendenti in cassa integrazione e contemporaneamente assumendo personale a tempo parziale per coprire i picchi di attività stagionale. ”Io difendo la cassa integrazione come ammortizzatore sociale – scrive Katia – ma vorrei si parlasse di quelle aziende che ne abusano, e scaricano parte delle retribuzioni dei dipendenti sull’INPS“. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di Katia, con il suo consenso.

Buongiorno cari amici de L’isola dei cassintegrati.

Lavoro nel settore aereo da 13 anni e le mie prime ore di cassa integrazione straordinaria risalgono al 2004, quando avevo 28 anni e credevo che non mi sarebbe mai accaduto. Da allora le compagnie aeree fallite e commissariate sono diventate tantissime: si cominciò con Volare di Vincenzo Soddu e poi via via ne sono arrivate altre tra cui Alitalia che tanto ha fatto discutere.

Oggi, a distanza di otto anni, eccomi di nuovo alle prese con ore di cassa integrazione straordinaria in busta paga. Stesso settore, quello aereo, l’azienda si chiama Air Vallée e, se su Alitalia è sceso un velo di silenzio figuriamoci su di noi, così piccoli e invisibili. Tra l’altro i naviganti in cassa integrazione straordinaria sono una categoria privilegiata (e quindi costosissima per i cittadini): oltre alla cassa percepiamo una integrazione supplementare che ci permette di mantenere un certo reddito pur non lavorando. Le compagnie aeree si muovono in modo piuttosto “disinvolto”, mantenendo i loro dipendenti in cassa integrazione e contemporaneamente assumendo personale a tempo parziale per coprire i picchi di attività stagionale. Un vero e proprio scandalo sistematico.

Spesso i dipendenti stagionali fanno poi causa all’azienda che viene costretta dai giudici ad assumerli a tempo indeterminato, pregiudicando ulteriormente il richiamo dalla cassa integrazione di quanti non sono ancora stati reintegrati: un circolo vizioso. Questo accade in Alitalia. L’invisibile Air Vallée invece permette ad alcuni dipendenti di rimanere in cassa dal 2009, ma anche ai dipendenti richiamati a lavoro qualche ora di cigs non viene “negata”: cancello il volo? Bene, quel giorno non sarà un riposo bensì un giorno di cigs. Gli interessati lo scoprono dalla busta paga naturalmente, perchè la cigs ai dipendenti in servizio non viene comunicata ma solo applicata a consuntivo.

Air Vallée, come Alitalia, ha fatto delle assunzioni stagionali nel 2011, tre piloti e 2 assistenti di volo. A fine novembre, mentre il Ministero concedeva una proroga di altri 24 mesi di cigs, l’azienda ha, nella stessa settimana, trasformato quei cinque contratti stagionali in contratti a tempo indeterminato, e ai neoassunti ha cominciato ad applicare ore di cigs a partire dal mese successivo (naturalmente inserendole a consuntivo finale e senza comunicarlo ai dipendenti). Che dire? Tutto normale? A me questa cassa integrazione sembra straordinaria in tutti i sensi. Io difendo la cassa integrazione come ammortizzatore sociale, ma vorrei si parlasse di quelle aziende che ne abusano, come Air Vallée, scaricando parte delle retribuzioni dei dipendenti sull’INPS.

Le ore di cassa in Italia sono troppe: c’è la crisi ma ci sono anche realtà aziendali che meritano controlli severi e troppo spesso enti competenti (INPS), istituzioni (il Ministero) e i sindacati approvano o quanto meno non contrastano (forse agevolano?) tali situazioni, nonostante le denunce dei dipendenti che tentano di difendere il loro posto di lavoro e lo stipendio, nel nome della legalità.

di Katia
(29 enero 2012)


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