La Martinica che non ti aspetti, quella che non ha niente a che vedere con i depliant turistici. Perché è senz'altro un libro di viaggio, quello che ci propone Ambrogio Borsani con Martinica incantatrice di poeti (Archinto editore) ma un viaggio del tutto particolare, dove non si cercano spiagge da favola, scenari naturali mozzafiato, rum e ritmi caraibici. Piuttosto un'anima che solo le parole della poesia possono in qualche modo scovare e illuminare. Parole che sanno anche scavalcare i tempi, recuperare storie, approdare alle pagine più scure del passato.
Guardate come comincia, Borsani. Mica con un colpo d'occhio su questo pezzo di Francia dall'altro lato dell'oceano. Mica con il vento caldo che lo avvolge scendendo dall'aereo. Ma con una nave che lascia il porto di Marsiglia il 25 marzo 1941, una delle ultime possibilità di fuga dall'Europa schiacciata dal nazismo. A bordo fior di intellettuali, gente come Victor Serge, Anna Seghers, Claude Lévy-Strauss. E anche André Breton, il grande poeta surrealista.
Cambio scena, la nave ha gettato l'ancora in Martinica, dopo un lungo viaggio in cui in molti hanno passato notti insonni, a interrogare le stelle. André Breton scende a terra e comincia a girellare per le strade di Fort-de-France. Ha bisogno di un nastro, entra a caso in una merceria. Mentre attende, impaziente, l'occhio gli cade sulla pagina di una pubblicazione locale. Alcuni versi, che lo folgorano.
Ha appena scoperto un'oscuro poeta delle Antille, Aimé Césaire. Possibile che dall'altra parte del mondo si stesse scrivendo una storia parallela della letteratura?
E attraverso questa scoperta molte cose cambieranno, per la Martinica, per le Antille, per la Francia, per tutti noi. Non continuo, però ecco come si può scrivere un libro di viaggio. Un gran bel libro di viaggio.
Magazine Cultura
Potrebbero interessarti anche :