La protesta russa per l’imminente ingresso del Montenegro nella NATO costituisce, senza tema di smentita, un segnale sulle reali intenzioni imperialiste e antidemocratiche del Kremlino, sempre più orientato verso il recupero di quella Dottrina Breznev (della “sovranità limitata”) di sovietica memoria.
Benché il Montenegro sia una nazione indipendente (dunque libera di scegliere la sua politica estera) , membro ONU, membro UE, parte dell’Eurozona e collocata in un’area geografica, quella balcanico-adriatica, lontana dalla Federazione Russa, Mosca sembra infatti rivendicare su Podgorica una sorta di ” diritto di superficie” in ragione dell’esperienza storica yugoslava.
Dall’altro lato, l’invito a Podgorica dimostra tutta l’inconsistenza del potenziale deterrente russo al di là della retorica muscolare putiniana.