Un omaggio al surrealismo, alle architetture senza funzioni, alla presenza scultorea.
Ecco come si impone sulla scena della fotografia architettonica internazionale Filip Dujardin.
Maestro dell’arte digitale, nato in Belgio, compone con grande tecnica artistica architetture scultoree personalizzate assemblando frammenti, sovrapponendo immagini.
Il suo archivio contiene un’infinità di foto di materiali usati nell’industria delle costruzioni così da poter creare mosaici di architetture improbabili, a metà tra il reale e l’irreale.
“In un singolo frammento fotografico – ha dichiarato recentemente in un’intervista rilasciata ad Elle Decor -, potrebbero esserci più di 150 elementi pezzi di architettura reale combinati per generare architetture digitali impossibili".
Anomale, contro le omologazioni noiose dell’architettura modernista.
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