Ma cio’ che vorrei sapere è da dove deriva l’autorità morale degli Stati Uniti per tracciare ‘linee rosse’ sull’uso delle armi chimiche. Furono loro, nel 1985, a fornirle a Saddam in funzione antiraniana e, in prospettiva, anticurda. Facenda a cui il rais si adopero’ diligentemente, finita la guerra, sui curdi (5000 persone ‘gasate’ in un sol giorno nel villaggio di Halabya) e, in modo più prudente, sui soldati iraniani cui peraltro Khomeini aveva proibito l’uso di queste armi perchè ‘contrario alla morale del Corano’, cosi’ come, e per lo stesso motivo, il Mullah Omar, nel 1998 aveva proibito le mine anti-uomo. Nella guerra contro la Serbia gli Usa utilizzarono bombe all’uranio impoverito. Più di 50 militari italiani ne sono rimasti contaminati, ammalandosi di leucemia. Eppure avevano preso le loro precauzioni. Si puo’ immaginare l’effetto di questo ‘uranio impoverito’ sugli ignari civili serbi e soprattutto sui bambini che viaggiano a un metro da terra e sono abituati a toccar tutto (ma il calcolo, prudentemente, non è stato divulgato). Nel 2001 gli americani per prendere Bin Laden hanno spianato le montagne dell’Afghanistan a colpi di bombe all’uranio (che sarebbe come cercare di uccidere un moscerino sparandogli contro una palla di cannone) e il ministro della Difesa Rumsfeld ammise che per «stanare i terroristi useremo anche gas tossici e armi chimiche». I risultati si vedono ora. Ha detto un contadino afgano, Sadizay: «Un raid della Nato ha distrutto la mia casa, ucciso mia moglie e tre dei miei figli. Ma quando ho visto nascere mio nipote senza gambe e senza braccia allora ho capito che gli americani ci avevano derubato anche del nostro futuro».
Col nuovo ministro degli Esteri, la ‘non violenta’ guerrafondaia Emma Bonino, forse non manderemo truppe in Siria, ma sicuramente le manteremo in Afghanistan, nella più infame, per ora, delle guerre del Terzo Millennio.
Massimo Fini, Arianna editrice