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Le Arpe di Birkenau.

Creato il 26 gennaio 2014 da Bruno Carenini @bcarenini

giornata memoria 3.001

Museo-A-LOGO

LE ARPE DI BIRKENAU
frammento

[…] Le ruote s’affrettano lungo la rotta
spingendo la vittoria del crimine:
trasportano, trasportano la gente al gas,
la gente al crematorio, la gente alla pira cosparsa di benzina.
Il fumo fluttua, denso e immondo…
Qui, uomini bruciano altri uomini.

E sui pali luminosi
brillano i fili tesi.
Queste sono le arpe di Brzezinka,
le arpe di Birkenau.

Zofia Grochowalska-Abramowicz, Birkenau, 1944

Nel giorno in cui il silenzio varrebbe più di vacue parole ad effetto, in cui la vergogna più profonda bussa nuovamente alla coscienza di ogni singolo uomo che abbia vissuto o conosciuto, l’orrore che suoi simili abbian prodotto, le parole invece assumono l’unico elemento in grado di cedere il testimone all’infinito del tempo. E’ in silenzio e raccolto che ho letto molte delle poesie esposte nella mostra “La Shoah e la Memoria”, composte nel lager durante la prigionia o successivamente da sopravvissuti e da parenti di internati. Come dice l’intro del sito “la Shoha e la Memoria”  grazie ad un importante lavoro di traduzione, da parte di Marilinda Rocca curatrice, insieme al Prof. Adam A. Zych, i testi sono stati tradotti per la prima volta in italiano, su licenza del Museo Polacco e pubblicati in un volume dal titolo The Auschwitz Poems pubblicato dal Museo Statale di Auschwitz-Birkenau nel 1999.  Ne ho scelto una tra le tante, intensa quanto drammaticamente surreale, in grado di correlare gli effetti delle melodie prodotte da uno strumento musicale alle atrocità rappresentate da semplici fili spinati, simbolo della più totale privazione alla libertà umana. L’ho scelta a rappresentazione della memoria perché come scrisse Primo Levi ” Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.


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