Non sono una patita del Lego e neanche una collezionista, ma quando ho scoperto che c’erano in arrivo tre figurine di scienziate, mi sono ripromessa di provare a cercarle. Tre scienziate in un colpo solo era un bel cambio di passo per Lego che, nel mondo delle sue famosissime figurine, aveva aspettato fino alla serie n.11 prima di includere una donna scienziata. Avevano avuto la precedenza la nonna, l’atleta, la surfista, la cartomante, la sirena, la donna delle caverne ecc. ecc.
La notizia era trapelata questa primavera con l’annuncio della nuova serie Lego Ideas Research Institute composta da una paleontologa, completa di dinosauro, una chimica, con banco di lavoro e matracci d’ordinanza, e una astrofisica con il suo bel telescopio.
La serie è stata proposta da Ellen Kooijman una geochimica svedese che, avendo notato la poca presenza femminile qualificata nelle figurine Lego, ha sottomesso al sito Lego Ideas il suo progetto di donne scienziate. Oltre ad accogliere le idee, il sito permette di votare. Quando una proposta raggiunge 10.000 voti entra nella rosa dei progetti che vengono valutati da un comitato di esperti Lego. Dopo i test di sicurezza, giochevolezza, durabilità, prospettive di vendibilità, il comitato seleziona un progetto che sarà il prossimo Lega Ideas. Le donne scienziate hanno battuto sei altri potenziali progetti e sono state messe in vendita il 1 agosto.
Come resistere? Facilissimo. La serie è andata immediatamente esaurita. Forse Lego pensava che fosse un prodotto di nicchia e aveva voluto saggiare l’interesse del pubblico? Strategie di marketing? Voglia sacrosanta di provare a ribaltare gli stereotipi? Per Natale la serie è tornata disponibile e, dopo un minimo di ricerca in rete, l’ho facilmente trovata.
La creatrice merita tutti i miei complimenti. Le figurine rappresentano donne soddisfatte di quello che fanno e, in un mondo troppo spesso dominato da stupidi pregiudizi, trasmettono un messaggio positivo. Fare scienza è un bellissimo lavoro e le donne sono perfettamente capaci (e felici) di farlo.
L’astronoma con il telescopio (diciamo una specie di cannocchiale) e la carta celeste è proprio carina. Chissà che qualche bambina si faccia ispirare.
Fonte: Media INAF | Scritto da Patrizia Caraveo