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Le autrici EWWA - INTERVISTA A FRANCESCA ROSSI
Creato il 22 aprile 2015 da Linda Bertasi @lindabertasiCiao Francesca, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Per prima cosa grazie di questa intervista. Sono un’arabista, laureata alla Sapienza di Roma (triennale e magistrale) in Lingue e Civiltà Orientali (curriculum di lingua araba), una blogger e una scrittrice. Sono anche una appassionata di libri e, tra i miei hobby, ci sono il collezionismo di francobolli e la danza del ventre. Sono una persona dal carattere allegro e ottimista, però anche molto riservato e quest’ultima caratteristica spiega, in parte, il mio “amore/odio” per i social network.Credo fermamente nella libertà personale e non sopporto soprusi e ingiustizie. Ritengo che ognuno di noi debba essere libero di esprimersi senza temere il giudizio altrui o giustificarsi.Nutro un grande amore per la Storia e non mi piace fermarmi alle prime spiegazioni o teorie che trovo o di cui mi parlano (di qualunque ambito si tratti).Credoanche nella forza di volontà e ho fatto mia una frase di Steve Jobs: “Non farti intrappolare dai dogmi… Non lasciare che il rumore delle opinioni altrui offuschi la tua voce interiore”.Ritengo che sia importantissimo imparare a vivere seguendo il nostro istinto e i nostri sogni, rispettando gli altri, ma senza lasciarci travolgere dall’uragano di informazioni e convenzioni da cui veniamo bombardati ogni giorno. Non è facile, ma vale la pena.
La laurea triennale in ‘Lingue e Civiltà Orientali’ e il trasferimento per un periodo ad Alessandria d’Egitto. Cosa ricordi di questa esperienza e da dove nasce questa tua passione per il mondo arabo?
Ho moltissimi ricordi di queste esperienze, perché mi hanno insegnato a crescere e a credere in me stessa. Viaggiare e imparare le lingue vuol dire conoscere e scoprire nuove realtà, confrontarsi davvero con gli altri, senza filtri e senza schermi. Significa aprire la mente e il cuore, uscire da quella che gli esperti chiamano “zona di comfort” e vivere, stare al mondo.
La passione per il mondo arabo nasce anche da qui, dalla voglia di sapere, di esplorare e da qualcosa che non saprei definire, ma che mi ha accompagnato fin da quando ero molto piccola. Una passione e un amore, che ha radici così salde e così profonde che neppure più io so ritrovarne l’origine. Chissà, forse non c’è, o magari è nata con me.
La Storia fa parte di te, a tal proposito dichiari: ‘Lo studio della Storia e la conoscenza dei temi d’attualità possono aiutarci ad avere una maggiore consapevolezza di noi stessi, del mondo che ci circonda e del nostro futuro.’ Approfondiamo questa dichiarazione.
Sapere e conoscere sono due verbi fondamentali; ciò che impariamo sul passato e sul presente ci modella, ci forma come individui e dovrebbe, in molti casi, aiutarci a non ripetere gli stessi errori nostri e di chi ci ha preceduto. Studiare, dunque, non è noioso dal mio punto di vista, ma vitale. “L’albero dell’ignoranza”, come lo chiamo io, non genera frutti, è sterile. Non solo: ignoranza, prevaricazione e violenza sono tre “cattive sorelle” che da sempre fronteggiano la libertà, la creatività e il rispetto.Finora, nonostante tutto, quelle tre hanno sempre perso e se vogliamo renderle davvero inoffensive per sempre, dobbiamo sapere. Imparare ci aiuta a conoscere noi stessi come uomini e donne, come individui con diritti e doveri, come parte del mondo e della Storia, un ruolo che nessuno può toglierci, se noi non lo permettiamo.
Gestisci personalmente i blog “La mano di Fatima”, “Divine Ribelli”, “La penna di Zen”, il tuo blog ufficiale “Francesca Rossi Autrice” e il sito “Angelica la marchesa degli angeli”. Di cosa trattano nello specifico e quale di questi richiede più impegno?
Tutti e tre richiedono molto impegno per cercare ereperire le fonti, leggerle, approfondirle e solo alla fine scrivere.
“La Mano di Fatima” è dedicato al mondo arabo-islamico e lì si affronta ogni tema inerente, dalla Storia all’attualità, dalle curiosità alla religione, dal femminismo arabo alle recensioni di libri.“Divine Ribelli” è, fin dal titolo, un inno alle donne che hanno fatto la Storia, ma presto tratterò anche temi attuali. Non solo biografie, ma anche interviste impossibili e approfondimento di argomenti che riguardano la storia delle donne, soprattutto di quelle oscurate o dimenticate nel tempo.“La Penna Zen” sta per partire ufficialmente ed è un blog dedicato alla scrittura, più nello specifico al modo in cui la lettura e la scrittura possono influire nella nostra vita quotidiana; un blog non solo per scrittori o aspiranti tali, quindi, ma per chiunque ami leggere e scrivere.“Angelica la Marchesa degli Angeli”, celebre eroina creata dalla penna di Anne e Serge Golon, è il mio mito fin da bambina. Ho in programma una vera e propria ristrutturazione del sito e, non appena avrò più tempo, mi ci dedicherò. Contiene approfondimenti sui romanzi, sul periodo storico e sui famosissimi film diretti da Bernard Borderie negli anni Sessanta e interpretati dalla bellissima Michele Mercier.
Collabori con diversi blog e siti, tra cui “Cultura e Culture di un Mondo in Movimento”, “Huffington Post”, “Mosca Oggi”, “Egittologia.net”, “Velut Luna Press” e “Talento nella Storia”. Quali mansioni ricopri nel dettaglio?
Per “Cultura e Culture” mi occupo di articoli d’attualità internazionale e ho un mio spazio virtuale, “Malala e le Altre”, dedicato alle donne arabe e musulmane. Anche in “Huffington Post” ho un blog in cui parlo di politica e attualità legate al mondo islamico. Per “Mosca Oggi” scrivo articoli sulla cultura italiana e russa destinati sia a italiani che a russi che parlano la nostra lingua. Per quanto riguarda “Egittologia.net” collaboro, in realtà, con la rivista del portale, “Mediterraneo Antico” con una rubrica sulle femministe arabe, per ora, ma il tema cambierà nei numeri successivi. In “Velut Luna Press” scrivo articoli di letteratura e faccio recensioni di libri, mentre per “Talento nella Storia” scrivo pezzi su particolari periodi o personaggi storici.
Esordisci nel 2012 con la saga storica “Meknès”. Di cosa si tratta?
“Meknès” è una saga storico-erotica composta da quattro racconti ed edita da Lite Editions. La protagonista è Leila, una giovane destinata all’harem del potente e temibile Principe dei Credenti Moulay Ismail. La serie è ambientata in Marocco nel Seicento e tratta temi come l’amore, la passione, il tradimento, la vita nell’harem, gli intrighi e la magia. Leila è una donna che cresce e sviluppa una personalità molto forte attraverso l’addestramento per entrare nell’harem, ma anche tutte le vicissitudini che deve subire. La sua fierezza ricorda molto quella di altre concubine che sono riuscite ad avere un grande ascendente sui sovrani di cui erano madri o mogli.
Hai scritto diversi racconti poi inseriti in altrettante antologie. Tra questi ricordiamo “La spada di Allah”, uscito nel 2013 e inserito nell’antologia “Sine Tempore”, che sarà ripubblicato singolarmente con “Genesis Publishing”. Parlacene.
“La Spada di Allah” è nato come racconto, ma diventerà presto un vero e proprio romanzo che ruota sull’ucronia, la magia, la politica, il mistero e l’amore. Cosa sarebbe accaduto al mondo se l’Impero Ottomano avesse espugnato Vienna nel 1683? Questa è la domanda di partenza. Da qui nasce la storia che vede l’Islam conquistare e assoggettare il mondo attraverso i due protagonisti, Noor e Abdallah, due anime giuste, due sovrani magnanimi ma, comunque, imperfetti. Tra loro si insinuerà di nuovo l’ambiguo jinn Ibrahim, più perfido e violento che mai.Il romanzo avrà diversi livelli di lettura e interpretazione. Presto li scoprirete ;-)
Nel 2014 pubblichi il romanzo breve “Il Palazzo D’Inverno” e lo spin-off “La Presa del Potere”. Daccene un assaggio.
“Il Palazzo D’Inverno” è un romanzo breve ambientato durante la Rivoluzione Russa. Verrà ripubblicato dalla Genesis Publishing in una nuova versione su cui sto lavorando proprio in questo periodo. E’ la storia di un amore impossibile tra una nobile, Elena e un bolscevico, Dimitri.Dimitri “conosce” Elena e la sua parte più nascosta attraverso un carteggio che arriva nelle sue mani in maniera piuttosto rocambolesca. I due, però, finiranno per incontrarsi e scontrarsi, due mondi in apparenza assolutamente antitetici.L’ amore sboccia tra le fiamme della rivoluzione, in un mondo ormai in declino, ma il legame forte che si instaura tra loro è il simbolo di un nuovo inizio, di un’alba che nasce dopo la notte più cupa, della vita che vince sulla morte.“Il Palazzo d’Inverno” è parte di un progetto che sto realizzando, ma per ora non posso dire nulla di più.
In questo romanzo tratti il tema della rivoluzione russa. Perché hai scelto quest’ambientazione?
Ho un grande interesse verso la Russia, la sua Storia e la sua cultura. Per questo motivo, tempo fa, ho deciso di studiarne la lingua. Trovo che sia un luogo estremamente affascinante e, per alcuni versi, ancora misterioso. A questo si è aggiunta la mia passione per le vicende e i personaggi di quel periodo; dalla zarina Alexandra Fёdorovna a Rasputin, da Nicola II a Feliks Jusupov, ognuno è emblema di quel tempo, è una sorta di microcosmo davvero complesso, sfaccettato, che nessuna biografia o romanzo può descrivere totalmente. L’umanità di tutti questi personaggi mi ha profondamente colpito, così come quei lontani giorni che rappresentarono un vero e proprio terremoto politico, sociale e religioso con effetti che travalicarono i confini, destabilizzando gli equilibri geopolitici di allora.Furono mesi e anni di precarietà, di timori, di incertezze, in cui ogni cosa era ancora apparentemente possibile, benché si abbia ancora oggi l’impressione, leggendo le fonti, che tutto fosse già scritto.
Nell’ottobre 2014 pubblichi il romance storico “Livia e Laura”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
“Livia e Laura” è la storia di due donne distanti nel tempo e nello spazio; la contessa Livia Altamura, volitiva ragazza che vive nella Palermo degli anni Cinquanta e sogna di diventare un medico e Laura Lanza La Grua Talamanca, meglio conosciuta come la Baronessa di Carini, vittima dell’onore e degli uomini della sua vita nella Sicilia del Cinquecento. Livia e Laura non hanno in comune solo la provenienza geografica, ma anche la dirompente voglia di vivere, di scegliere chi amare, di essere libere. Il romanzo è anche un omaggio all’Italia e alla Sicilia; ho scelto, infatti, di usare il dialetto nei dialoghi, per dare maggiore “consistenza” linguistica, sociale e psicologica ai personaggi, affinché le loro anime fatte di parole fossero calate totalmente nel contesto storico.
Quali tematiche affronti nel libro e quale messaggio hai voluto trasmettere?
In “Livia e Laura” ci sono molti spunti di riflessione, alcuni tristemente attuali; la violenza sulle donne, sia fisica che psicologica fino al femminicidio, la ricerca dell’indipendenza che accomuna le due protagoniste, i sentimenti che travolgono e spingono ad atti audaci. Il messaggio principale riguarda la libertà di scelta, l’individualità che ognuno di noi ha il diritto di possedere el’attenzione che dobbiamo avere per difenderci da chi tenta di manipolarci facendo leva sulle nostre debolezze.Il romanzo, però, prende in considerazione anche la storia della mafia e il presunto legame con la misteriosa setta dei Beati Paoli, uno dei grandi enigmi siciliani.
Com’è nata l’idea per questo romanzo?
L’idea è nata dal grande fascino che la Sicilia esercita su di me da sempre e dalla voglia di raccontare la vicenda della Baronessa di Carini, approfondendo anche il tema riguardante la nascita e lo sviluppo della setta dei Beati Paoli. Avevo in mente questi argomenti da molto tempo e, man mano, su questi si è incastonata la storia di Livia Altamura, che ho immaginato e strutturato per mesi. Come ho già detto, poi, “Livia e Laura” è anche un omaggio all’Italia, alla sua ricchezza culturale, al patrimonio artistico e agli anni Cinquanta del Novecento, ovvero il momento della speranza e della rinascita italiana.
Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle altre autrici?
Ewwa è un’associazione di scrittrici, rigorosamente donne,che hanno scelto e si battono quotidianamente per la solidarietà femminile, per creare una rete tra autrici attraverso la quale sia possibile conoscersi, aiutarsi e apprendere insieme l’arte della scrittura. A tal proposito vengono organizzati dei seminari, degli incontri di scrittura creativa utili per imparare e per perfezionarsi, sapendo che ci sono sempre (per fortuna) cose che non sappiamo e che aspettano solo noi, il nostro entusiasmo e la nostra forza di volontà per essere scoperte. Sicuramente consiglierei Ewwa alle autrici o aspiranti tali, è una grande opportunità di crescita e di confronto.
Hai partecipato alla prima antologia curata dall’associazione “E dopo Carosello tutte a nanna. Storie di donne e Mamma Rai” con il racconto “L’Ultima Sera”. Parlacene.
“L’Ultima Sera” unisce la voglia di riscatto e di fugadi una donna considerata ribelle dalla gente del piccolo paese in cui abita e la mia sfegatata (proprio così) passione per Luigi Tenco e Dalida.
La protagonista, infatti, decide di andar via e abbandonare il mondo chiuso in cui è cresciuta proprio nel momento in cui, al Festival di Sanremo, Tenco e Dalida cantano “Ciao Amore Ciao”, ovvero una canzone molto avanti per quei tempi, di libertà, che dice “Andare via lontano, a cercare un altro mondo, dire addio al cortile, andarsene sognando”. Un canto, che, comunque, aveva dei risvolti sociali e politici notevoli ma, purtroppo, non fu capito. Il resto è storia, benché tragica.
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?
Per ora posso dire che sto riscrivendo “Il Palazzo d’Inverno”, ma ci sono altre storie che sto preparando e spero di poter dire di più entro l’estate.
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Grazie mille! Crepi.
Per seguire Asia Francesca FRANCESCA ROSSI - AUTRICE
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