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Le autrici EWWA - INTERVISTA A MARIA MASELLA
Creato il 25 febbraio 2015 da Linda Bertasi @lindabertasiCiao Maria, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Racconterei volentieri qualcosa di me se mi capissi davvero, ho spesso la sensazione di ospitare tante anime diverse, non maschere, proprio anime. Sono pragmatica e idealista, pacifista e bellicosa, curiosa ma non aprirei mai un cassetto non mio, prendo fuoco all’istante e altrettanto velocemente “ci faccio una risata sopra”. Sono disordinata in modo spaventoso ma non ho mai perso un compito in classe… Amo le arti figurative, la storia, la letteratura… e la lingua matematica, la più diffusa al mondo. Credo nell’uguaglianza di tutte le persone e nel potere del dialogo, del perdono e di “facciamoci una risata insieme”. Sogno un mondo orizzontale e non verticale.
La laurea in matematica e l’insegnamento di matematica, fisica e informatica fino al 2005. Dove trovi il tempo per scrivere e come si accende in te questa passione?
Dove trovo il tempo? Alcune frequentano palestre o fanno shopping, per ricaricarsi. Scrivere (e leggere) sono sempre state il caricabatterie che ho avuto in sorte, infatti dovrei muovermi di più (non sono una sportiva ma nuoto bene e per quattro mesi all’anno) e curare maggiormente il mio abbigliamento. Come si accende? Penso si tratti di un fenomeno di autocombustione inspiegabile!
La tua carriera letteraria inizia con il racconto “Una donna comune”, pubblicato nella collana “Segretissimo” (Mondadori). Hai un ricordo legato a questo esordio?
Ero prossima ai quaranta, avevo raggiunto il posto che sognavo, ruolo nel miglior liceo scientifico statale della mia città. Ho letto il bando, ho scritto (avevo già il cassetto pieno e non avevo mai tentato), ho inviato ma non ho allegato la busta chiusa con i miei dati. Forse un estremo pudore? Forse fifoneria acuta? E’ stata una botta quando ho letto su Segretissimo che cercavano l’autore di quel racconto per pubblicarlo.
Dal 1987 al 2013 partecipi a vari concorsi letterari ottenendo vittorie e menzioni di merito. A quale di queste manifestazioni sei più affezionata?
Il premio al Solinas. Era mancata mia madre da pochi mesi, avevo scritto quella storia mentre lei stava male per esorcizzare il dolore (ed è una delle mie storie più dolenti). Dover andare a Roma per la premiazione mi ha “smossa”. Che sia svanita la speranza di veder realizzare una serie tv dai miei romanzi non diminuisce l’importanza di quel premio nella mia carriera e soprattutto nella mia vita.
Nel 2002, pubblichi con Fratelli Frilli Editori il primo romanzo di quella che diventerà la serie Mariani. E proprio questo primo edito è stato oggetto di tesi di laura discussa da Jessica Grasselli presso l’Université de Provence. Parlacene.
La casa editrice era agli inizi, il mio primo romanzo ha il numero 6! Mi è stato comunicato tutto a cose fatte. Fra l’altro so il francese e ho potuto leggerla: è stato fatto un ottimo lavoro.
Due romanzi di questa serie sono stati anche tradotti e pubblicati in Germania dalla Goldmann. Daccene un assaggio.
Allora, questa è la mia gran sofferenza! Avere due libri in casa e “non acchiapparci una mazza”, come dicevano i miei studenti! Ho piacevoli e interessanti ricordi di lunghe e dettagliate mail con la traduttrice che conosceva bene l’Italia ma non Genova e allora dovevo spiegarle “lavello alla genovese” e il significato di alcune parole in dialetto. Ne uso poche ma le uso! Ci siamo anche conosciute, quando è venuta a Genova per alcuni giorni. E ha voluto fare anche il “Mariani tour”! Un dettaglio: i tedeschi sono precisi nei pagamenti, ecco, ora potete verificare la mia genovesità!
Nel corso degli anni hai pubblicato con vari editori come: Clessidra, Curcio, Le Onde, Quadratum, alternando romance storici, contemporanei e noir. Dove nasce la tua ispirazione?
Una voce, un viso, un luogo… Spesso due dati in apparenza disgiunti si saldano. Ho sempre queste dannate idee fulminanti che non riesco a controllare, a volte nasce una storia mentre in altri casi dopo tre pagine o trenta si smorza. Ma capita che dopo anni ritorni.
E, nel 2009, pubblichi con Corbaccio il romance contemporaneo “Belle sceme!”. Di cosa si tratta nello specifico?
E’ un romanzo divertente e insieme sperimentale. Prime persone alternate, al presente, al passato, terza persona… Perché mi piace sperimentare. Sono donne di oggi, donne normali. La protagonista, Laura Arnolfini, è un ingegnere che si occupa di marchi e brevetti, ed esce da una relazione sentimentale disastrosa. Diciamo che il romanzo è la storia di come si riprende la sua vita.
Nel 2014, pubblichi due romanzi brevi “Il cliente” e “La preda”, per la collana Youfeel di Rizzoli. Parlacene.
Ho letto che Alessandra Bazardi cercava autrici, la conoscevo come persona seria e capace, le ho inviato un messaggio. Poi le inviato due storie, le sono piaciute: una è diventata “Il cliente”, che nato come RS ho trasformato in erotico, molto soft. L’altra storia è in attesa di pubblicazione. “La preda”? Vi basta sapere che amo il mare e la pittura? Sarò incosciente, ma non mi tiro indietro… E’ stato strano ma stimolante trovarmi con tante giovani autrici, diciamo che è stata una cura ringiovanente.
Sempre nel 2014 esce “Mariani e le mezze verità”. Cosa troveranno i lettori al suo interno e quali tematiche affronti?Una mezza verità è una verità incompleta. Spesso diciamo la verità ma l’abbelliamo, la limiamo, la “potiamo”. Ma arriverà un punto di modifica in cui non sarà più verità. Su questo tema è giocato il romanzo. Con ovvi delitti. Delitti non soltanto nel senso di morti ammazzati, esistono anche altri delitti: per me e per il mio personaggio Mariani, anche abusare di una quattordicenne è un delitto. Punto.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
“Mariani e le mezze verità” nacque il quel di Lecco nell’ottobre del 2013, da un incontro fra la sottoscritta e il suo editore Carlo Frilli. Niente di piccante! Eravamo a Lecco per il premio Azzeccagarbugli per il miglior poliziesco italiano edito. Da anni non andavo a Lecco e c’ero sempre stata in primavera (viaggi di istruzione) o d’estate. Ed ero sempre arrivata da un’altra direzione. Sono arrivata come Mariani. Ho visto i Canottieri: la sera stessa la storia cominciava a formarsi.
Perché il noir?
Due sono i grandi misteri: perché si uccide se siamo programmati per propagare la vita e perché si ama un’altra persona se ognuno di noi è “innamorato di sé”. Il noir risponde alla prima domanda. Inoltre il delitto altera l’equilibrio ed è come se permettesse di vedere, per un attimo, oltre le apparenze. E poi come matematico e quindi esperto di problem solving mi diverte anche l’aspetto tecnico del montare e smontare. Essere insieme assassino e investigatore.
Sei un membro dell’associazione Ewwa. Di cosa si occupa questa associazione e la consiglieresti alle autrici?
Ho esitato molto a iscrivermi, anche se ero amica da anni di alcune fondatrici, Mariangela Camocardi, Teresa Casella e Alessandra Bazardi. Ho esitato perché ho quel mio lato individualista… Se mi sono decisa è perché credo nella collaborazione e nello scambio di informazioni. Sono tempi difficili, la tentazione è chiudersi nel proprio guscio ed è invece in queste occasioni che una rete di rapporti può essere d’aiuto. La consiglio.
Sempre con Ewwa, hai partecipato al primo progetto letterario dell’associazione “E dopo Carosello tutte a nanna” con il racconto “Fra maschio e femmina”. Raccontaci qualcosa di questo tuo lavoro.
Mi sono divertita a scrivere un mini giallo e la protagonista è una giovane donna puntigliosa, precisa e dotata di senso civico (e fumatrice). Chi è? E’ una certa Emma e sarà la madre di Antonio Mariani. Mi sono tanto tanto divertita.
Hai qualche altro progetto di cui vuoi metterci a parte?
Continuare a scrivere, sperando di trovare un editore. Diciamo un editore per ognuna delle mie anime di scrittrice.
E’ stato un onore ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te!Per seguire Maria MASELLA MARIA
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