Magazine Pari Opportunità

Le avventure di ALicE: Manco a Ostia!

Da Leragazze

451Eh si! Il Marito e io non sappiamo come comportarci nemmeno a Ostia! Sembriamo sempre la famiglia di campagnoli in visita in città! La scorsa settimana il Marito (che detesta il mare) è tornato a casa con un regalo di una sua cliente: 2 tessere ingresso per uno stabilimento balneare di Ostia (Si! Avete capito bene: non Maldive, non Mauritius, e nemmeno Forte dei Marmi: ho detto proprio Ostia!). Sia ben inteso: non due tessere che avrebbero reso l’ingresso gratuito, semplicemente un pochino meno caro. Comunque abbiamo dato un’occhiata al sito (eccolo): sembrava davvero invitante: il prato, la piscina, la zona privé (vabbè, per quella c’erano scritti i prezzi ed era esclusa già da subito). Comunque un bel posto. In più ho sfruttato la curiosità del Marito, che voleva sperimentare subito il regalo ricevuto, e quella dei figli (perfino del Maggiore) che sono rimasti incantati dalle fotografie del sito web.

Abbiamo quindi deciso di inaugurare le tessere sabato mattina: sveglia alle 7.30 (noi siamo lunghissimi!!!) ho fatto colazione, sono andata al mercato a fare la spesa, sono tornata, ho preparato velocemente dei panini e della frutta per il pranzo, ho svegliato i ragazzi e con solo 30 minuti di ritardo sulla mia tabella di marcia personale alle 9.30 eravamo in macchina alla volta di Ostia Beach! Per noi un vero record!

Un’oretta di viaggio per 27 km di tragitto (non eravamo gli unici romani ad aver avuto questa idea originalissima) ed eccoci arrivati al Lounge Beach. Dal momento che di parcheggio libero a quell’ora non c’era neanche da parlarne, abbiamo optato per il parcheggio interno, dove un signore, bello, elegante e abbronzato ci ha preso le chiavi della macchina e ci ha detto che ce l’avrebbe parcheggiata lui. In cambio ci ha dato un contrassegno. Non osavo pensare quanti euri avrebbe voluto in cambio della restituzione del contrassegno. Ma l’avremmo saputo dopo qualche ora. Sicuro!

Dato l’ambiente scic e un po’ snob, abbiamo deciso di tenere in macchina la borsa frigo e anche la palla dei bambini! Già così, con sacche, zaini, scatole dei cachi e dischi di Little Tony (pace all’anima sua!) eravamo abbastanza soggetti. Ci mancava la boccia del pesce rosso e la gabbia dell’uccellino!

Saliamo la scalinata e arriviamo alla reception: pavimento a doghe di legno, 4 o 5 persone in divisa a riceverci. Facciamo i biglietti: 2 lettini (12.00 € cad.) e 3 ingressi per i ragazzi (5.00 € cad.) per una spesa totale di 39.00 €. [Omissis: il Marito aveva provato a non pagare l’ingresso per i Ragazzi, ma è stato beccato all’istante dalla hostess che “strappava” i biglietti (come al cinema)].

Già dall’ingresso vediamo la piscina che in effetti non delude le nostre aspettative: acqua cristallina, lettini di pietra a pelo dell’acqua dove poter prendere il sole. La Figlia Media mi fa notare subito la cascata… Insomma davvero notevole. Però intanto andiamo a sistemarci in spiaggia! Seguendo le indicazioni della receptionist andiamo da uno dei 10 bagnini (in divisa come le loro colleghe dell’ingresso)  e gli chiediamo i 2 lettini. Nel seguirlo passiamo accanto al prato: lì, alcuni negozietti erano sistemati al centro della strada, e ai lati erano posizionati dei deliziosi gazebo di legno bianchi che ospitavano i lettini dei clienti che preferivano non stare sulla sabbia.

Andando verso il mare superiamo il privé: un settore della spiaggia, un po’ rialzato e con la pavimentazione di legno a doghe sulla quale quale erano disposti una quarantina di lettini in rattan: lo spazio del privé era delimitato da un’elegante cordicella dalla quale veniva vaporizzata dell’acqua per rinfrescare i bagnanti (più ricchi). Ma quella, come dicevamo all’inizio, non era roba per noi.

Arrivati sulla spiaggia vera e propria, quella un po’ “ignorante”, scegliamo l’ubicazione dei nostri lettini rendendoci immediatamente conto che eravamo talmente appiccicati l’uno all’altro, che la nostra privacy (e quella dei nostri vicini) quel giorno ce la saremmo dovuta scordare! Ci sistemiamo e quindi mandiamo i ragazzi in avanscoperta (dopo averne spiegato il significato alla Figlia Mediana) per vedere di capire come funzionava la piscina e per dare un’occhiata ai servizi che la struttura offriva.

Tornano affranti dicendoci che la piscina era riservata ai soli abbonati! Inutile dirvi che era la sola attrattiva che li aveva indotti a venire volentieri con noi! Fatto sta che in fondo in fondo sono dei bravi ragazzi, e che quindi riescono a divertirsi (come tutti i bambini) con il mare e la sabbia. Arriva l’ora di pranzo. Nessuno dei bagnanti vicino a noi era dotato di borsa frigo. Ancora una volta chiediamo ai ragazzi di andare alla macchina con nonchalance e di prendere qualche bene di prima necessità dal bagagliaio. Tornano trionfanti con i panini, una bottiglia di acqua con i bicchieri e un contenitore di frutta sbucciata. Il tutto nascosto come se fosse la refurtiva di una rapina.

Grazie al Cielo riusciamo a mangiare (e soprattutto a bere). A dir la verità non è che io soffrissi moltissimo: se mi date sole, mare, un po’ di venticello e un lettino io sono felice! Il resto della mia famiglia non è di bocca buona come me! Riesco comunque a sopportarli fino alle 15.00 [nel frattempo i Ragazzi avevano provato a mettersi in un angoletto del prato a giocare a carte, ma sono stati subitaneamente allontanati da un bagnino zelante (e rigorosamente in divisa) perché il prato era riservato (anche quello!) agli abbonati!].  Dopodiché, ci rendiamo conto che i nostri vicinissimi di lettino, pur parlando di cose un po’ snob, tipo l’ultimo viaggio alle Maldive, o l’indecisione per la meta estiva (è meglio Sri Lanka o Maui?) non erano persone proprio proprio raffinate! E quindi decidiamo di andare a prendere addirittura l’intera borsa frigo per dare la merenda ai bambini, per bere un altro po’ e per finire di mangiare la frutta. E così facciamo. Rubo un altro poco di sole, ma purtroppo, come dicevo, oltre le 15 non sono riuscita a trattenerli al mare e così, disarmiamo i lettini, sciacquiamo i pochi giochi del mare dei bambini, e ci apprestiamo ad andare via.

Vicino all’uscita ci sono i bagni. Li usiamo. I Ragazzi erano pieni di sabbia, ma la doccia della spiaggia era gelata: non volevamo portarli in macchina coi costumi fradici, così abbiamo detto loro di sciacquarsi alla fontanella che era appena fuori dai bagni. Potete immaginare: in 5 sciacqua un piede, sciacqua l’altro, lava le scarpe, rimettitele, dai una lavata al viso… Ti si risporcano i piedi… Figlio! Hai ancora sabbia sulle gambe, sciacquati bene! Insomma, non solo ci abbiamo messo un’ora, ma sembravamo una famiglia di senzatetto! Finché un inserviente straniero (in divisa!)  ci si è avvicinato chiedendoci: “È la prima volta che venite qui da noi?” E noi “Ehm.. si…” (Perché non si vede? Non siamo abbastanza fuor d’acqua e soprattutto, non diamo l’impressione di non sapere come ci si comporta? In poche parole non si vede che NON siamo gente di mondo?) Certo che è la prima volta! Allora molto gentilmente e pazientemente l’inserviente (che stava asciugando il pavimento fuori dei bagni) ci informa che all’interno ci sono gli spogliatoi, con la doccia calda (per tutti! Non solo per gli abbonati!): dunque potevamo cambiarci e lavarci senza dare spettacolo. E magari uscire come fossimo dei figurini, invece che dei figuranti!

Il Marito stava anche seguendo il tale all’interno per farsi mostrare “come fare la prossima volta”… ma l’ho richiamato in fretta chiedendogli di affrettarsi ad andare via, perché tanto, una prossima volta non ci sarebbe certo stata!

Ah! Uscendo abbiamo anche scoperto quanto voleva l’elegante guardia macchine per riavere il contrassegno in cambio della nostra automobile: ben 8 euri, che sommati ai 39 spesi prima fanno un totale di 47!  E per una giornata in un carnaio, perdipiù a disagio, non c’è male! Davvero!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :