Le baby pensioni ci costano all’anno 9 miliardi e mezzo: un’autentica manovrina finanziaria

Creato il 21 agosto 2011 da Iljester

L’interessante articolo del Corriere della Sera illustra in modo chiaro l’Italia spendacciona delle baby pensioni: quelle pensioni che sono state corrisposte a persone di età inferiore ai cinquant’anni. Un’assurdità tutta italiana, se si pensa che fino alla metà degli anni ‘90, molti trentenni – quelli che oggi stanno ancora a casa di mamma e papà perché non riescono a trovare lavoro – andavano in pensione con una retribuzione quasi pari all’importo dello stipendio.
Le leggi previdenziali dell’epoca – manco fatto apposta – furono approvate agli inizi degli anni ‘70 dall’allora centrosinistra (DC-PSI-PRI-PSDI), e quasi certamente non hanno visto contro il PCI. Perché quando si tratta di sperperare il denaro pubblico, i comunisti dell’epoca – come quelli attuali – non avevano alcuna remora. Soprattutto se il tornaconto elettorale e di potere era tale da garantirgli un buon rendimento di voti.
Sta di fatto che quelle leggi hanno danneggiato e non poco l’Italia. Una marea di gente – circa 500.000 persone – che pur essendo state nel pieno della loro forza produttiva, percepivano un assegno di mantenimento bell’e buono. E se pensiamo che molte di quelle persone, poi trovavano un altro lavoro, beh, possiamo immaginare la portata del danno per lo Stato e per le generazioni successive.
Ancora oggi una buona fetta di quelle persone (ormai sessantenni) percepisce una baby pensione, e continuerà a percepirla – vista l’aspettativa di vita – per almeno altri quindici o vent’anni. Possiamo dunque capire quanta pazzia ci sia (stata) nel nostro paese. Quanto sperpero, e quanti siano stati i soldi regalati a persone che potevano ancora contribuire con il proprio lavoro a produrre e che invece devono essere mantenuti da noi trentenni di nuova generazione, attraverso il pagamento di tasse, contributi e balzelli vari, o attraverso sacrifici previdenziali che probabilmente ci porteranno a non percepire una pensione o a percepirla sull’orlo della tomba.
Come suggerisce l’articolo del Corriere, il Governo dovrebbe pensare davvero di imporre un contributo di solidarietà a questi baby pensionati. Perché per venti anni e forse anche trenta, hanno vissuto sul nostro groppone, con appena un decennio di lavoro alle spalle. Magari un contributo di solidarietà pari al 10%, per aiutare le giovani generazioni, e dunque persino i loro figli ad avere un futuro migliore non sarebbe una proposta né indecente né peregrina. Ma dubito che loro – i baby pensionati – saranno d’accordo. L’egoismo e il piccolo interesse personale è tale che ognuno di loro avrà la scusa morale ed economica per sostenere che non può né deve: del resto, non hanno rubato nulla a nessuno. Vero. Tranne che al futuro dei loro e dei nostri figli…

Fonte: Il Corriere

di Martino © 2011 Il Jester 


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :