Visto in VHS.
Più che un film, un evento.
Due anziane sorelle vivono su un’isola nel Maine, ma il loro modo di rapportarsi alla vita (e in questo caso alla loro anzianità) è tutt’altro che simile, solare e positiva la più anziana, arcigna ed acida la più giovane. Il film mostra una paio delle loro giornate passate nella calma e nella grazia di un non luogo fuori dal tempo, circondate da vari rappresentanti della terza età (o meglio, del modo di rapportarsi con essa) e con la continua speranza nel futuro nonostante la spada di Damocle della morte sempre più vicina (questo stanno a rappresentare le balene del titolo).
Beh, tutto qui? No, perché le due sorelle sono Lillian Gish (ultranovantenne, ma vispa come una ragazzina) e l’acida Bette Davis. Entrambe notevolmente scavate dall’età, ma ancora riconoscibili sotto tutte quelle rughe. Entrambe in una parte evidentemente pensata proprio per loro. In più ci aggiungerei un Vincent Price garbato come suo solito, ma meno gigione.
Un film elegante e rilassato, mai noioso, ma sempre sulla scia della realtà nel mostrare la vita di un gruppo di anziani. Anderson non crea nulla di nuovo nella regia, ma questo neppure era il suo scopo. Il film appare come un saluto ad un tempo, cinematografico, che non c’è più.
Poi a conti fatti ci si può godere davvero questo film solo se si conoscono gli attori, in questo caso diventa davvero un testamento spirituale.