Partiamo dal presupposto che detesto la categoria degli ‘splendidi‘, di cui ne fanno parte i finti ricchi, i veri ricchi e i figli di ricchi.
Il loro abbigliamento classico è composto da mocassino Tod’s o loafers in velluto stile Briatore, giacca sartoriale con pochette in tasca, camicia su misura con ricamate le iniziali e pashmina gonfiata come la gola di una rana in calore.
A prima vista, la collezione di Alberto Moretti poteva sembrare essere disegnata su misura per questo target.
Poi ti soffermi a guardare i dettagli, lo stilista (era presente al day press) e la scelta di materiali/tessuti/ricami/intarsi e capisci che nulla è dato al caso.
Certo, molto stravagante, non semplice da indossare. Però se mi camminasse davanti un uomo con un paio di Alberto Moretti le riconoscerei subito.
Velluto, cavallino, pelliccia interna ed esterna, ma anche swarovski e ricami.
Un uomo che non deve chiedere mai? No, piuttosto un uomo sicuro di sé che non ha paura di essere giudicato per il suo estro e il suo coraggio. Un uomo che per scelte stilistiche si avvicina al mondo femminile, un po’ per l’assenza di timore di indossare un mocassino che per linea è molto più simile alla ballerina e alle scarpe usate dall’aristocrazia due secoli fa, un po’ per l’avanguardia di indossare la pelliccia ai piedi.
Puoi essere la persona più sobria del mondo, ma con un paio di Alberto Moretti cambi completamente direzione.
Ricordatevi, uomini, che la donna guarda prima il viso, e poi le scarpe.
Eh, ho inserito la foto sottostante per raccontarvi un aneddoto simpatico.
Prima di entrare nello showroom, siamo rimaste colpite dalle statue che onoravano l’ingresso. Ho voluto fare una foto con LUI, peccato che dopo 2 secondi sia suonato un allarme così forte che mi è venuto un mezzo infarto (provocato ovviamente dalla mia troppa vicinanza con #cosedanontoccare). OPS.
Photocredits: Marta Lo Bracco