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Le belve

Creato il 15 novembre 2012 da Beatrixkiddo
LE BELVE
Regia: Oliver StoneInterpreti: Aaron Johnson, Taylor Kitsch, Benicio del Toro, John Travolta, Salma Hayek, Blake Lively.
Trama: Laguna Beach, California. Ben e Chon sono amici per la pelle, dividono tutto, compreso l'amore per Ophelia, detta O. Sono anche ricchissimi, perché coltivano e smerciano la migliore marijuana degli Stati Uniti. La loro remunerativa attività finisce ben presto nel mirino dei cartelli messicani...
LE BELVEDon Winslow, per i pochi che ancora non lo sanno, è l'autore di uno dei libri più belli degli ultimi anni, "Il potere del cane". Suo è anche "Le Belve", che, personalmente, ho trovato abbastanza deludente, da cui è stato tratto questa ultima opera di Oliver Stone. Non avendo amato molto il libro, che ammetto però possedere un notevole "potenziale cinematografico", nei confronti de "Le Belve" non avevo grosse aspettative.
Direi, che, fondamentalmente, è andata anche meglio del previsto.
"Le Belve" infatti, non è un brutto film, anzi. Siamo decisamente dalle parti di una discreta pellicola di intrattenimento, migliore degli ultimi prodotti di Stone, che girando questo film, diciamolo pure senza mezzi termini, cazzeggia  come non mai.
Il cast non è malaccio. Il migliore, al solito, è il grande Benicio del Toro. Non sfigurano neppure Aaron Johnson e Taylor Kitsch, che, anche fisicamente, rendono bene i caratteri dei due personaggi. John Travolta rifà se stesso dai tempi di Vincent Vega, sfumatura più sfumatura meno. Blake Lively fa quello che può per rendere sopportabile un personaggio irritante, mentre quella che se la cava peggio è Salma Hayek che nei panni di Elena, regina della droga messicana, più che crudele pare ridicola.
Insomma, "Le Belve" si può vedere certo....però, e qui c'è un però grande come una casa, su tutto il film aleggia un "vorrei essere Pulp Fiction" che, alla fine, risulta un tantinello fastidioso. Stone aveva materiale che, probabilmente, in mano ad un Tarantino, o per meglio dire ad un Robert Rodriguez avrebbe fatto faville certo, ma che pure lui, in altri tempi, avrebbe sfruttato decisamente meglio.
Qui pare abbia abbia quasi paura di esagerare, di sbracare troppo.
 Il male generale che permane il tutto, Ben e Chon non sono meno crudeli e spietati degli esponenti del cartello messicano, rimane lì, in sospeso tra la cattiveria di "Natural Born Killer" e l'umorismo nero, per l'appunto di "Pulp Fiction" in un limbo che finisce con il privare "Le Belve" di una sua identità.
E di quel finale alternativo, che pare tanto imposto dalla produzione, non ne avevamo proprio bisogno.

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