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Lars Gustafsson è uno scrittore colto: studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo, romanziere e filosofo; uno degli autori scandinavi più tradotti all’estero tanto da considerarlo come uno dei più internazionali scrittori di quel paese. Delle sue passioni, dei suoi turbamenti giovanili, della sua formazione ne ha scritto nel suo ultimo “Le bianche braccia della signora Sorgedahl”, una sorta di autobiografia in cui sono contenute rievocazioni adolescenziali, scritte con insolita leggerezza per un autore erudito del suo calibro: una storia di formazione dove la solarità dell’estate si sposa con il nascosto e l’inatteso, e il sesso con la grandine. Ed è proprio dalla grandine, da una insolita grandinata, quella dell’estate 1954, e dalle braccia di una bella e annoiata signora dai capelli rossi che parte l’excursus rievocativo del professor Larsson.
L’autore in questo romanzo si concede il lusso di liberare l’anima dal corpo per viaggiare indietro nel tempo e scoprire il confine sottile che separa la memoria dal sogno. Per arrivare a inquadrare quell’avventura (reale o sognata?) con la signora Sorgedahl dai capelli rossi, un profumo di un altro mondo e le braccia bianche che nonostante il doppio degli anni e un marito noioso, gli avrebbe “aperto le porte della vita”, ricompone l’intero puzzle della sua adolescenza. Un paradiso perduto di dispute filosofiche con gli amici nel locale caldaia, ricordi di un protettivo cane-demone, racconti inconclusi e misteriosi della madre, ritratti di professori e pastori, incontri proibiti con la figlia del fonditore, Ingela. Il tutto sospeso tra ricordo e fantasia, ironia e rimpianto. Una proustiana ricerca interiore che conduce l’autore in una ossessione per il tempo e l’identità che sfiorano i cardini della produzione borgesiana.
Un romanzo che ha il ritmo e la bellezza della poesia e attraverso i ricordi dell’autore disegna la Svezia degli anni cinquanta dove con rimpianto si ripensa a quella vita intensa e senza tempo. Un libro che va letto con lentezza tanto è bello per gustarne appieno tutte le sfumature.