Io sono sempre stato dell'idea che quando si vuol fare una cazzata tanto vale farla fino in fondo. Così è stato per "Brava Giovanna 1". Voleva assomigliare ai primi 30 secondi di un filmino super 8 danese degli anni '70 e ce l'ha fatta. Quello che serviva al plot prima che il simpatico trio si ritrovasse in camera da letto e che il marito aprisse la vestaglia per sfamare moglie e cameriera c'era tutto. Gli amanti della monnezza potevano persino trovarci un malizioso omaggio a Samperi, se non addirittura un decadente tocco Bunueliano nell'allegoria delle due donne che dipingono una gabbia-voliera dinanzi all'uccello maschio. Ributtante ma perfetto nel suo genere.
"Brava Giovanna 2" è tutt'altra cosa. Il tipico risultato inconcludente delle cazzate fatte a metà, forse per compiacere a metà il Moige. Il marito, probabilmente affetto da una grave malattia e sicuramente ormai impotente, non esce più di casa, e si limita a chiedere alla moglie - è tornata Giovanna? -. La consorte, anch'essa invecchiata e provata dalla malattia del marito, non è più quella di una volta. Mentre sorseggia un tè, risponde amorevolmente - sì, certo, sta verniciando...col Fernovus - malinconicamente ricordando i tempi in cui questo preludeva a ben altro.
Anche Giovanna è cambiata: non è più la loro cameriera in autoreggenti, ma una verniciatrice a tempo pieno in braghette, canotta e timberland, che ora riserva le sue carni e i moderati ammiccamenti al collega di pennello (impersonato da Bruno Cabrerizio, concorrente di "Ballando sotto le stelle", come si premurano di informarci i comunicati stampa). Quando una lussuriosa pennellata sembrerebbe riportarci finalmente al tradizionale erotismo Saratoga, lo spot prende una piega inaspettata: il Brava, Giovanna, Brava, una volta pronunciato da un pene ventriloquo, diventa ora un jingle-balletto stile Brava brava Mariarosa, ogni cosa tu sai far di antica memoria. - Visto che brava? - insiste ancora la sgarzola, sperando di oscurare il ricordo della Giovanna che fu. La risposta è no.