Le brutte recensioni - Esercizi di Stile

Creato il 02 novembre 2012 da 79deadman @79deadman

Per il futuro mi impongo degli esercizi di stile. Sono intriganti, utili e insegnano a non ricadere nei soliti errori. Ma soprattutto… sono divertenti. Come si svolgono? Semplice; si sceglie un album e se ne fa la recensione in più modi differenti, come se la scrivessero altrettante persone diverse. La recensione del fanatico, quella del gonzo, del “bastian contrario” e così via. Sarebbe bello cercare di mantenere il più possibile omogeneo il giudizio sull’album, riuscendo ad esprimerlo con modalità linguistiche differenti (lessico, grammatica, sintassi, retorica…). Al contrario sarebbe troppo facile e non molto costruttivo ridurre tutto l’esercizio alla coppia antitetica:
giudizio positivo - giudizio negativo
cercando di sostenere le ragioni di entrambi. Difficile in geometria, piuttosto lezioso in musica. Per quest’esperimento ho scelto un album assai conosciuto su cui già tutto è stato detto, scritto, decantato… Led Zeppelin IV. Come ulteriore regola mi propongo di scrivere recensioni più o meno della stessa lunghezza, circa una cartella, per non avere troppa disparità nei testi. Per introdurre l’esperimento credo sia giusto fornire qualche informazione neutra sul disco, tanto per capire di cosa stiamo parlando:
Artista: Led Zeppelin Album: Untitled, IV, Zoso Pubblicazione:  8 novembre 1971 Durata: 42 min : 39 s Tracce: 8
LATO A Black Dog - 4:57 - (Page, Plant, Jones) Rock and Roll - 3:40 - (Page, Plant, Jones, Bonham) The Battle of Evermore  - 5:52 - (Page, Plant) Stairway to Heaven - 8:03 - (Page, Plant)
LATO B Misty Mountain Hop - 4:38 - (Page, Plant, Jones) Four Sticks - 4:45 - (Page, Plant) Going to California - 3:31 - (Page, Plant) When the Levee Breaks - 7:08 - (Page, Plant, Jones, Bonham, Minnie)
Etichetta: Atlantic Records Produttore: Jimmy Page
Detto questo… ecco i “personaggi”:
Il Fanatico
Il fanatico non scrive una recensione, compone l’esegesi di un testo sacro, l’agiografia di eroi leggendari. Grammaticalmente sfrutta tutte le possibilità del superlativo relativo ed assoluto ed abbonda in iperboli tali da andare anche oltre la sfera musicale di competenza. L’analisi delle tracce è completa ma non troppo approfondita: non si sa mai che scavando troppo si trovi qualche difetto… La stessa cosa accade per i riferimenti a band analoghe: sono ammessi paragoni solo con altri Immortali. Piuttosto comune la “professione di umiltà” come introduzione.
L’analitico
L’analitico è un pignolo al primo stadio. Utilizza come massima espressione grammaticale l’inciso e la frase incidentale, definendoli tramite virgole, parentesi ma anche trattini, come fosse un discorso diretto finito per caso nel testo. La sua attenzione sarà massima verso i particolari e assai minore rispetto al contesto e al quadro d’insieme. Innamorato di nomi e date, non mancherà di informarci all’inverosimile sul superfluo, faticando a trasmettere calore e passione.
Il narratore
Questo personaggio vi accompagnerà lui stesso nella recensione in quanto, oltre che autore, ne è anche narratore interno. Da qui il largo utilizzo della prima persona e di frasi ricche di pronomi e aggettivi possessivi a formare espressioni del tipo: “a mio parere”, “mi fa venir in mente”, “per me”… E’ comune il tentativo di dare un taglio più narrativo al testo, fatto ben evidente nell’utilizzo di introduzione e conclusione collegate e a tema autobiografico.
Il gonzo
Nella migliore delle ipotesi è una narratore con cognizione di causa; nella peggiore, la più comune, è solo un fanatico che usa la prima persona del verbo. Adopera frequentemente inglesismi bizzarri e frasi fatte da critico, è un cultore di beat generation, Lester Bangs e Charles Bukowski; non rinuncia a parole o espressioni volgari e tratta spesso del proprio vissuto piuttosto che dell’album in questione; pare sempre scettico e cinico riguardo al carrozzone della musica rock (di cui fa immancabilmente parte). Il bastian contrario
Il bastian contrario è in disaccordo per principio; non è un critico, non è un analista o un libero pensatore. E’ uno statista: identifica la maggioranza e si schiera al suo opposto. E’ prigioniero, in modo contrario, delle convinzioni altrui. La logica sarebbe stata fare di questo pezzo una recensione negativa, ma ciò contravveniva alle regole del gioco e ho dovuto ripiegare su un profilo un po’ differente. Il bastian contrario è in accordo sul paino generale (Led Zeppeli IV gli piace!) ma è in perenne disaccordo nello specifico. Non lo nego, è stata una sfida! Il pedante
Costui fa della digressione la sua arma segreta: meno preciso dell’analitico, più verboso dell’esaltato, il pedante ha grossi problemi nello stare entro i limiti di lunghezza. Abbonda di punteggiatura e perifrasi, evita le ripetizioni solo con estenuanti giri di parole. Spesso sull’orlo della supponenza, non riesce mai a cogliere nel suo testo il senso unitario di un album.
Il conformista
Un tipo subdolo; ottimo padronanza della lingua, testi equilibrati, lessico vario. Lo si riconosce, a volte, solo ad una seconda e più approfondita lettura. Non prende mai una posizione assoluta, smorza ogni superlativo è un virtuoso della compensazione e dell’equo bilanciamento. “Veltroniano” della sintassi, predilige costruzioni correlative del tipo “non solo… ma anche”, “sia… sia”, “né… né”. Sfrutta forme avverbiali e dubitative che passano spesso inosservate come forse, probabilmente, magari, quasi certamente… Si fingerà in disaccordo sulle piccolezze ma è solo una strategia per sviarvi: sul piano generale, laddove le cose contano, sta sempre con la maggioranza. A presto e...Stay tuned!

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