Le buone cose di pessimo gusto / 1

Da Leragazze

Omaggio fotografico a quel geniaccio incompreso del compatriota guidogozzano (come si scriveva lui). Nella vecchia casa natale di mio padre, in un paesino della Cintura torinese, nel “salotto buono” c’erano davvero un sacco di oggetti che sembravano usciti dai versi del poeta: il Cristo Sacro Cuore sotto la campana di vetro, l’enorme gondola souvenir, il piatto decorato con le conchiglie, il cane Briard posacenere di legno con la testa girevole, la frutta di marmo…

Anche nella più moderna abitazione in cui vivo oggi, frugando negli angoli, salta fuori di tutto. Oggetti magari un po’ innovativi nella forma, ma sempre genuinamente gozzaniani nella sostanza. Regali – probabilmente non richiesti – che in passato qualcuno ha fatto a Paola; arredi “suggeriti” dalla suocera; gadget che mi sono fatto regalare dal nipotino, o a volte ceduti dietro pagamento, sic. Ma da qualunque cosa, a maggior ragione da queste, si può trarre qualche insegnamento sulla storia, la società, l’umanità. Ecco il perché di questa dotta rubrica.

TERMINOLOGIA SCIENTIFICA
rumènta: cianfrusaglie.
ciapapù(v)er: soprammobili che, oltre a essere inutili, ti fanno perdere tempo a spolverarli.
refugium peccatorum: stanzino adibito a raccogliere gli oggetti di cui sopra. Dal latino “rifugio dei peccatori”, uno dei titoli che la devozione cattolica dà alla Madonna; con lontani legami con l’usanza biblica delle “città di rifugio” (libro dei Numeri / Bemidbar, cap. 35).

dhr


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