Negli ultimi anni ho assistito basita al crescente orrore da parte delle fashion addicted, ma anche delle ‘comuni mortali’ che poco tengono conto delle volubilità modaiole, nei confronti delle calze velate: additate come obbrobrio, dismesse da tutte perché ‘da vecchia’ o kitsch.
Francamente non riesco proprio a condividere questa generale opinione decisamente consolidata fra i più. Per me le calze velate restano un must di estrema femminilità, l’incarnazione dell’eleganza, l’accessorio più squisitamente femminile che ci è rimasto. Au contraire io tollero davvero poco le calze da 20.000 denari anche se, a malincuore, sono costretta ad indossarle per far fronte al freddo agghiacciante dell’inverno ‘nordico’.
Proprio non riesco a spiegarmi perché questo tipo di collant sia giudicato con così poca pietà quando, a mio vedere, incarna la quintessenza della femminilità: qualsiasi gamba è sublimata purché sia fasciata da pochi denari, un’ombra di nero che ne sottolinea il contorno, come il tratto della matita di un abile disegnatore.
Non servono neanche i tacchi: persino una ballerina o un paio di scarpe da ginnastica sono esaltate se fanno da base ad una gamba appena velata.
Certo mi direte che un’autoreggente è tutta un’altra storia , ha un fascino tutto suo (specie se non si reggono da sole ma con l’aiuto di un sofisticato reggicalze), eppure l’effetto finale è lo stesso, perché sotto l’abito (sufficientemente lungo, mi auguro e vi prego, signore mie) neanche la più sensuale guêpière si vede, soltanto loro, protagoniste assolute: sempre le calze velate.
Voi continuate a detestarle ma io le amo ogni anno di più, perché mi ricordano una signorilità dimenticata, quando borchie, reti, strappi ed orrori simili erano pura immaginazione. Mi ricordano i tempi delle grandi dive, che sfoggiavano le loro gambe, perfette come dipinti rinascimentali, ben lontane dalla chirurgia, frutto solo di una natura benevola e di un gusto raffinatamente unico.
Brigitte Bardot Marlene Dietrich in L’angelo azzurro (1930) di Josef von Sternberg Virna Lisi Joan Collins Edvige Fenech Sophia Loren Gina LollobrigidaSecondo voi è un caso se nella scena più famosa del capolavoro di Mike Nichols, Il laureato, la scena clou della seduzione di Mrs Robinson verso Ben è rappresentata proprio dallo sfilamento di un velatissimo collant?
Il laureato (1967) by Mike NicholsVero, gli uomini di oggi hanno ben poco di cui emozionarsi nel vedere una calza sfilata, con tutto quello che c’è in mostra sulle strade ogni giorno. Eppure secondo me è tempo di una controtendenza…
Sono l’unica amante delle calze velate o c’è qualcuna con me?
Inviato il 03 dicembre a 14:48
appoggio ciò che scrivi, le velate sono un intramontable classico