Le Camere Oscure

Creato il 08 settembre 2014 da Eva Gatti @avadesordre

Con tutto il rispetto per il circuito delle grandi mostre che frequento più che volentieri, devo dire che le esposizioni più interessanti viste negli ultimi anni sono quelle che esulano dal sistema grandi mostre, ospitate in provincia, spesso riguardano l'arte contemporanea e molto spesso sono pure ad ingresso gratuito. Questa descrizione si adatta perfettamente alla mostra cuneese che chiuderà domenica prossima, Le camere oscure che con molta intelligenza parte da un dettaglio locale per aprirsi a tutte le derive inerenti al tema.


La sede è il complesso di San Francesco, una grandiosa chiesa gotica del XV secolo che ospita anche il Museo Civico.
La materia da cui parte il percorso espositivo è il neogotico inteso come stile architettonico nato sul finire del XVIII secolo e che nella Provincia Granda trova alcuni degli esempi migliori, Pollenzo, giusto per fare un nome.
Siccome il cuneese è territorio di civiltà occitana e i territori occitani francesi sono presenti altrettanti gioielli dello stile neogotico, tra cui la torre Magdala di Rennes Les Chateau (foto di Richard Reader), è facile comprendere come dagli aspetti puramente architettonici si passi ad analizzare anche gli altri significati del termine neogotico inteso come forma di “controcultura” contemporanea dividendola in otto sezioni che esplorano l'interesse fotografico per le “recenti rovine” dall'archeologia industriale a vecchie strutture pubbliche abbandonate come i manicomi. Il gusto per il pittoresco è raccolto nella sezione delle “foreste ansiose”; la figura femminile, vittima o carnefice che sia (la Langa è terra di Masche) è analizzata nella sezione delle “figure stregate” mentre è chiaro il soggetto delle “riprese spiritose”: i fantasmi. Di grande interesse i “gotici comici” dove prevale l'humour nero, mi ha colpito la foto di una partita a carte tra la morte e le infermiere sul letto di un malato terminale, dove è lampante il riferimento a Il settimo Sigillo, interessante il lavoro di Foto Marvellini che su vecchie foto aggiunge la maschera di Batman, il più oscuro dei supereroi, ottenendo un effetto straniante.

Le prime sette sezioni sono affidate quasi esclusivamente al medium fotografico declinato però in tutte le sue forme, dalle foto classiche e blasonate come quelle di Ugo Mulas, a quelle photoshoppate per creare un'immaginario di angeli caduti dalle nere ali di corvo, dalle doppie esposizioni, agli scatti in infrarossi o quelli su pellicole scadute.
L'ultima sezione delle “cappelle ardenti” coinvolge le cappelli laterali del complesso di San Francesco per ospitare delle istallazioni che vanno dal cenotafio di Darth Fenner alla camera mortuaria di Marilyn Monroe di Paolo Schmidlin, alle bare contemporanee a forma di scarpa da ballerina o di grande sacca da viaggio degli inglesi Crazy Coffins mentre sotto il grande crocefisso che domina l'abside è allestita una tavola imbandita tutta in nero per tredici convitati con chiaro riferimento all'Ultima Cena.
A dominare è quindi uno sguardo disincanto ed ironico, il modo migliore per riavvicinarsi al tema più rifiutato dalla società contemporanea: quello della Morte.


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