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Le canne? A scuola come le merendine

Creato il 12 marzo 2012 da Lapulceonline

droga, pillole, metadoneChe giovani e giovanissimi abbiano una particolare predisposizione nello sperimentare -almeno una volta- droghe e stupefacenti non è una novità. E’ così dagli anni ‘60, forse anche da prima, e probabilmente lo sarà sempre, come se si trattasse di una tappa quasi obbligata lungo l’irripetibile sentiero delle “bravate” giovanili. Ciò che però fa riflettere è il fatto che ogni epoca, ogni periodo, abbia i suoi “paradisi artificiali” che vanno per la maggiore, che godono di particolare diffusione e popolarità. Per moda? Per passaparola? Oppure è colpa della tv? Delle “cattive compagnie”? Chi può dirlo. Più che ipotesi e teorie abbiamo numeri, statistiche ufficiali, relazioni parlamentari, dati forniti da enti addetti ai lavori (come per esempio il Ser.t. di Alessandria) che ci raccontano una storia fatta di percentuali eloquenti. Ma prima di addentrarci nei numeri è bene sottolineare che l’età media del consumatore di stupefacenti sta diminuendo sensibilmente praticamente anno dopo anno, con giovani che si lanciano nella loro prima esperienza di sballo ben prima dei vent’anni. Alcuni, ad un certo punto, smettono; altri invece non ci riescono, o non vogliono, e cadono in una vera e propria dipendenza che spesso prosegue fino all’età adulta.
La dottoressa Maria Luisa Cormaio, psicologa presso l’equipe Prevenzione del Ser.t. di Alessandria, chi ha fornito- tanto per cominciare- i dati emersi dalla relazione annuale al Parlamento 2010: viene così fuori che il 23% degli studenti tra i 15 e i 24 anni ha assunto cannabis almeno una volta nella vita e che il maggior consumo è stato rilevato tra gli studenti 19enni, con percentuali che arrivano al 33,4%. I consumi di cannabis aumenterebbero con il crescere dell’età, soprattutto nella fase che va dai 15 ai 19 anni.
Il 95,9% degli studenti non ha mai assunto cocaina, mentre il 4,1% l’ha assunta almeno una volta nella vita; l’1,2% degli studenti ha assunto eroina almeno una volta nella vita. (dati ESPAD).
Insomma, se le canne sembrano essere uno stupefacente intramontabile, consumato da ormai almeno tre generazioni e il cui uso si protrae spesso anche ben oltre la soglia della maggiore età, la cocaina si sta facendo preoccupantemente strada nei vizi dei giovanissimi. E poi c’è l’eroina, posizionata sul terzo gradino del podio e che comincia davvero a preoccupare gli operatori del Ser.t. Tanto da avviare un progetto rivolto agli adolescenti (ragazzi tra i 14 e i 23 anni) e alle loro famiglie, denominato “Angolo della Prevenzione”, che prevede percorsi di consultazione o di supporto specialistico per ragazzi che ne facciano richiesta o per i loro genitori, con l’obiettivo di un’offerta di diagnosi precoce e di supporto psicologico ed educativo in un contesto sanitario riservato. Nell’ultimo anno sono state circa 50 le persone che hanno fruito delle attività del progetto, di cui 15 minorenni (tra i 16 e i 17 anni). Circa la metà di essi presenta un uso di tipo sporadico occasionale, mentre l’altra metà riporta già un uso costante di sostanze stupefacenti, come dicevamo prevalentemente cannabis, e secondariamente eroina e cocaina.
“Il servizio coinvolge ragazzi problematici, ma anche persone assolutamente normali, di buona famiglia, con situazioni considerate generalmente ‘fuori pericolo’”, ci ha spiegato la dottoressa Cormaio. “Sono ragazzi che nella maggior parte dei casi hanno il loro primo approccio con le sostanze stupefacenti attraverso gli amici, il gruppo, il passaparola, e la loro età varia di caso in caso: non si può dire che ci sia una fascia d’età critica, essere minorenni non è un fattore rappresentativo, nel fenomeno droghe. Sotto i 18 anni il panorama è comunque molto vario, con una maggioranza di casi il cui uso di stupefacenti è saltuario, sia esso di droghe leggere o droghe pesanti”.
Al momento (inizio 2012) stanno usufruendo dell’”Angolo della Prevenzione” poco meno di 100 giovani alessandrini, arrivati lì percorrendo iter diversi, raramente però di loro spontanea volontà: “E’ accaduto che alcuni ragazzi maggiorenni venissero da noi spontaneamente, ma si tratta di una minoranza”, continua la dottoressa Cormaio. “La maggior parte dei ragazzi con cui abbiamo a che fare sono stati stati mandati qui sotto indicazione di medici di famiglia, insegnanti, educatori che si sono accorti dei loro problemi. Inoltre, c’è una rilevante quantità di genitori che, all’insaputa dei figli e preoccupati per la loro condizione, si rivolgono a noi per avere consigli o consulenze”.


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