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Le canzoncine di Silvio, il poliziotto buono e quello cattivo.

Creato il 20 agosto 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Le canzoncine di Silvio, il poliziotto buono e quello cattivo.Mentre Bossi, fra un sigaro e una grappa a Ponte di Legno, cantilena “votiamo ai primi di dicembre”, l’esercito del Pdl e l’allegra brigata Fini continuano, apparentemente, a darsele di santa ragione. Chi non conosce la tecnica del poliziotto buono e di quello cattivo clicchi sul sito del Pd, non troverà nessuno. Fare Futuro, la fondazione che fa capo a Gianfranco Fini e il cui sito web ultimamente è diventato il principale organo di informazione dei fuorusciti-espulsi-momentaneamente separati finiani, in un lungo articolo di Filippo Rossi dice: “Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare l'avversario e distruggerlo”. Ma mica termina qui. Aggiunge Rossi: “il berlusconismo si nutre di propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario”. Qualcuno potrebbe far osservare a Filippo Rossi che il berlusconismo è così da sempre, ma non ci sembra questa la sede. Traslando tutti i ragionamenti fatti circa i rapporti fra Vittorio Feltri e Berlusconi, ci riesce difficile immaginare un Fini ignaro di quanto sta per uscire sul suo sito, ci sembra impossibile, insomma, che Fini non possa non sapere. Preso atto di questo ragionamento elementare per un paese in cui la stampa è asservita a padroni più o meno “illuminati”, ci ha stupito l’affondo di alcuni finiani contro Filippo Rossi e il suo articolo. In serata, Bocchino e Viespoli, in un comunicato a firma congiunta, hanno testualmente dichiarato: “È fuorviante e strumentale alimentare la polemica a partire da editoriali sicuramente fuori misura e che non impegnano i gruppi parlamentari e che in ogni caso non rappresentano né dettano la linea politica che intendiamo seguire”. Una vera e propria sconfessione pubblica dell’operato della fondazione di Fini nel momento in cui Berlusconi continua imperterrito da una parte a ricercare i fianiani moderati, dall’altra a passare al tritacarne Fini e la sua vita privata. A noi sorge il dubbio che ci sia in atto proprio il gioco del poliziotto buono e di quello cattivo, tanto diversi da mirare entrambi allo stesso obiettivo ma usando strumenti opposti, uno terrorizza l’altro blandisce. Per cosa, poi, se non alzare il prezzo di un rientro trionfante? Lo afferma lo stesso Filippo Rossi “le considerazioni sono queste ma poi entra in gioco ‘la politica’”, e in nome della politica si possono tranquillamente commettere scempi. Una cosa è certa, nessun finiano sarà mai disposto ad ammettere di non aver capito nulla di Berlusconi, di aver puntato sul cavallo sbagliato in grado di incarnare l’ideale di una destra europea e moderna. Nostro nonno, che dei fascisti ha assaggiato sia il manganello che l’olio di ricino, a guerra finita amava ripeterci commentando le apparizioni di Giorgio Almirante in tivvù: “Questi sono fascisti convinti, quelli che dicono che l’esercito alleato era un esercito occupante mentre i nazisti ospiti graditi. Mentono sapendo di mentire e vogliono cambiare la storia”. Ecco, i fascisti sono questo e questo resteranno, quelli che gli assassini di Salò sono martiri e i partigiani terroristi. Fini, Bocchino, Viespoli sono figli loro e il dna non si cambia. Sulla querelle è ovviamente intervenuto Daniele Capezzone. Ma Daniele…chi?

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