La sede di Charlie Hebdo
Nel vivo della rabbia islamica per il film blasfemo Innocence of Muslims (innocenza dei musulmani), il settimanale Charlie Hebdo getta benzina sul fuoco pubblicando una serie di vignette provocatorie che rappresentano il profeta Maometto in atteggiamenti ambigui.
Il numero della rivista satirica distribuito nelle edicole francesi da questa mattina, rischia di infiammare ulteriormente gli animi degli integralisti islamici.
Le misure di sicurezza sono state rafforzate attorno alla sede del settimanale e il governo ha annunciato la chiusura immediata delle scuole francesi in circa quaranta Paesi del mondo.
Non è la prima volta che la rivista parigina mette a dura prova lo scarso senso dell’humour dei musulmani: circa un anno e mezzo fa i locali di Charlie Hebdo furono incendiati proprio a causa di alcune vignette che sbeffeggiavano il profeta.
Le nuove caricature rischiano di causare una nuova ondata di violenza e fare esplodere la rabbia delle frange estreme dei musulmani (come i salafiti) già in rivolta per il provocatorio film che rappresenta Maometto come un debosciato.
Le reazioni degli uomini politici francesi sono state differenti.
Il capo del governo Jean-Marc Ayrault ha disapprovato ogni eccesso e ha invitato tutti al senso di responsabilità.
Il ministro degli affari esteri Laurent Fabius ha condannato fermamente ogni forma di provocazione e ogni gesto incauto che possa aggravare il clima già incandescente.
L’ex primo ministro François Fillon ha, invece, espresso il suo totale appoggio a Charlie Hebdo sottolineando che la libertà d’espressione è un valore essenziale della costituzione francese.
Le parole di Fillon sono in completa sintonia con la dichiarazione di Charb, il direttore del settimanale satirico, che ha chiesto retoricamente ai giornalisti venuti ad intervistarlo “la libertà di stampa è forse una provocazione?”.
Dopo la manifestazione, non dichiarata, di sabato scorso davanti all’ambasciata americana di Parigi, diversi gruppi islamici che si nascondono dietro lo slogan “touche pas à mon prophète” hanno annunciato una nuova massiccia mobilitazione sabato 22 settembre al Trocadero.
Il governo, dal canto suo, ha nnunciato che metterà in azione tutti i mezzi a sua disposizione per reprimere ogni forma di violenza.