Magazine Famiglia

Le Case

Da Marlenetrn

Le Case

vestirsi, uscire, mettersi in macchina e macinare chilometri su chilometri. Passeggiare, tenere la mano ai bimbi e poi lasciarli andare, in strade nuove, vicoli, sconosciuti, piazze appena scoperte. A volte non serve andare tanto lontano, avere la presunzione di raggiungere posti noti. A volte la bellezza di un uscita si nasconde in piccoli angoli di mondo che ci scorrono velocemente sotto gli occhi ma non ci fermiamo mai a guardare. Superbamente tentiamo a credere che ciò che ci è vicino, conosciuto, famigliare, non sia degno di attenzione, ignoriamo e andiamo avanti, puntiamo altrove, lontano. Ed invece basta un attimo di pausa uno sguardo più lento e meno passeggero, veloce, frettoloso, per scoprire che ogni angolo di questo mondo nasconde una sua bellezza speciale.
La nostra casa, ad esempio. La abitiamo, la curiamo, la amiamo e la odiamo, ma quante volte vi siete fermati ad ascoltarla? Dire esco, non vuol dire solo aprire il portone ad andare, uscire e anche chiudere la sguardo verso la nostra casa, come oggetto di utilizzo e riaprirlo guardandola come un posto nuovo, giocando a scoprire quante cose ci potremmo fare e non ci abbiamo ancora fatto.
Riaprire gli occhi e guardare la nostra casa come si guarda dentro uno specchio.Rimanere fermi ad osservare è un po' come fermarsi a guardare dentro noi stessi. Scorrere la nostra storia, ripercorrendo oggetti, mobili, stoffe e monili. Ogni graffio ci appartiene, ogni segno è un ricordo. La case parlano, basta saperle ascoltare. Ci raccontano una storia che pensiamo di conoscere ma che vista dai loro occhi sembra tutta diversa.
Possiamo nasconderci a noi stessi ma non possiamo sfuggire alle nostre case.
La casa di una persona ci dice più di quello che vorremmo sapere.

Le Case

A breve lascerò la casa in cui abito. Qui ci sono nata, cresciuta. Da qui ho desiderato di scappare, spaccare tutto, cancellarla. Qui ci sono tornata, ci ho fatto nascere i miei figli, ho creato la mia famiglia. Quanta storia custodiscono questi muri, questi mobili, queste stanze. Ricordo che quando i miei pensarono di vendere, mi opposi brutalmente. Il pensiero che qualcuno potesse entrare in queste stanze, calpestare questo pavimento graffiato e consumato, da me, dai miei, fratelli, dai miei figli mi fa venire i brividi sulla schiena.
Ma lasciare una casa, significa anche cresce. E probabilmente è giunto il tempo di volare via dal nido e crearmene uno tutto mio, qui ci lascio il cuore, i primi passi dei bambini e tutte le me che sono stata. Si volta pagina e si continua a scrivere.
Una casa nuova, dove potrò portarci tutta la me di ora e quella che sarò senza più il fardello del passato, libera dai ricordi, una vita tutta da scrivere, come gli spazi immacolati da riempire. Niente più lotte con i ricordi per buttare via cose vecchie per far spazio a quelle nuove.
Una casa nuova pronta ad ascoltare e custodire tutte le vite che verranno.
è bello avere un passato da ricordare, ma è altrettanto bello avere un futuro da scrivere. Buon lunedì.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog