Titolo: Le case degli altri
Autore: Jodi Picoult
Editore: Corbaccio
Anno: 2011
“«L’osservazione clinica è l’unico metodo di diagnosi per svariati disturbi psichici, signora Sharp. Si dà il caso che lo sia anche per questo. E qualsiasi psichiatra in questo paese le dirà che la sindrome di Asperger è un disturbo a tutti gli effetti. Può essere difficile da descrivere ad altri in termini concreti, ma quando lo si vede, lo si riconosce»
«E tanto per essere chiari, lei ritiene che la sindrome di Asperger influì sul comportamento di Jacob il giorno dell’omicidio di Jess Ogilvy»
«Precisamente»
«Perché Jacob non è in grado di gestire correttamente le situazioni sociali. E non è empatico. E la sua frustrazione a volte gli rende difficile controllare la collera»
«Precisamente» ripete la dottoressa Murano.
«E queste sono caratteristiche degli individui affetti da Asperger»
«Si»
«Che coincidenza» commenta l’accusa, incrociando le braccia. «Sono anche caratteristiche dei killer più spietati»”.
Jacob dunque è la vittima o il carnefice? La sindrome di Asperger, che gli rende difficoltosa ogni relazione sociale, fa anche di lui una persona incapace di amare?
La Picoult non si limita a dilettare gli amanti del giiallo con una trama che diventa via via più intricata, ingenerando dubbi persino su elementi che all’inizio del libro sembravano chiari e quasi scontati, ma ci racconta anche una storia di sofferenza e di emarginazione. Forse è pure per questo che “Le case degli altri” ha scalato la classifica dei bestseller del New York Times.
Jacob non ama il contatto fisico, prende ogni parola alla lettera, è ossessionato dagli episodi di Crime Busters e dà di matto se per qualche motivo la sua rassicurante routine viene interrotta. Domare le sue crisi e fare i conti con la sua diversità non è semplice né per la madre Emma, né per il fratello Theo, e le loro emozioni profondamente umane, spesso a metà tra la rabbia e l’affetto, rappresentano indubbiamente un punto di forza dell’opera.
Jess Ogilvy era la giovane insegnante privata di Jacob, e il suo corpo viene ritrovato senza vita. Il primo ad essere sospettato è il suo ragazzo, Mark, ma poi è la stessa Emma a capire che Jacob è stato sul luogo del delitto... Vi è stato spinto dalla sua passione per le investigazioni di polizia o c’è dell’altro?
Sul punto non aggiungo dettagli, per ovvi motivi. Vi dico solo che il romanzo della Picoult è basato su ricerche attente e scritto senza lasciare nulla al caso. Un bel mattoncino, questo non lo si può negare, e in alcune parti l’ho trovato ridondante, però la commistione tra analisi introspettiva e suspense compensa sicuramente qualche pagina di troppo.