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Le case del Dott. Cane

Creato il 03 settembre 2015 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

Agli indiani piace apparire, lo sanno tutti e non è un mistero. All’indiano medio piace fare il maestro, dimostrare che lui sa tutto, anche quello che palesemente non conosce. Inizialmente questa loro fantastica caratteristica mi incuriosiva, poi ha iniziato ad irritarmi, ed adesso, a quasi due anni dal mio arrivo, non smette mai di stupirmi.

Iniziamo con il commesso vegetariano astemio che prova a consigliarmi dei vini italiani dai nomi sconosciuti, pronunciandoli malamente e dicendo cose che farebbero ridere anche il peggiore racconta-balle-di-vino-italiano. Ho sentito cose da commessi indiani che in confronto il tipico “sapore fruttato che ricorda mia nonna quando tornava dall’orto” mi sembra anche un commento serio. Solitamente i commessi indiani di vino non sanno niente ma credono di potertela raccontare, io in questi casi taglio corto con un: “I know everything I’m Italian”, e tanti saluti. Raggiungi l’apice dello stupore quando devi aver a che fare con i commessi dei supermercati internazionali, queste persone cercano di venderti formaggi e salumi italiani inventandosi caratteristiche mai sentite, attuando il tipo atteggiamento del commesso italiano “mi aveva chiesto due etti ma sono quattro e due cosa faccio lascio?”. Ecco, se in Italia questa cosa ti lascia a dir poco esterrefatto immaginatevi come potreste rimanerci qui che un pezzo di grana costa tanto quanto una tetta rifatta di Pamela Anderson.

Un’altra meravigliosa caratteristica indiana è che a loro piace la casa bella da vedere. Qui mi direte, a chi non piace? Alt!!! Agli indiani piace la casa bella da vedere e punto, non deve essere funzionale, pratica, vivibile, deve essere solo bella da vedere. Per esempio noi ci siamo appena trasferiti in una casa che sembra un castello, enorme, troppo grande per le nostre esigenze, ma ha il giardino e Giuliano finalmente può provare a diventare un cane normale e non una versione enorme di un cane viziato da appartamento.

La mia casa si divide in tre piani, ha cinque bagni e nessun bagno ha la presa per la corrente, perché qui per evitare incidenti domestici levano tutto. Il salotto è così grande che potrei benissimo correre con i pattini, in tutta la sala ci sono due prese per la corrente, una da un lato e una dall’altro, entrambi distantissime dal divano così se mai mi venisse voglia di mettere una lampada, beh amen. La cucina è composta da cassetti. Lo giuro, la mia cucina ha un numero esagerato di cassetti, questi raggiungono il soffitto, ma diciamoci la verità quanto pratici sono i cassetti vicini al soffitto? In cucina ci sono due sole prese.

Cassetti ovunque.

Cassetti ovunque.

La camera da letto raggiunge l’apice della praticità, un armadio enorme che copre interamente tutti gli interruttori del bagno ed è a sua volta schiacciato da un altro armadio. Aspettate perché il bello deve ancora venire, la mia casa ha cinque bagni e tre dei cinque bagni erano rotti. TRE dei CINQUE bagni. Delle venti prese totali che ci sono in questa reggia dieci di queste non funzionano o funzionano male. Un sogno! Potete capire che in questo scenario apocalittico io mi sia sentita un po’ spaesata, la risposta al mio sbigottimento è stata: “Ma’am la casa è stata costruita 10 anni fa è normale che sia tutto da cambiare”. Normale, cos’è normale in India? No perché a me una casa di dieci anni non mi sembra poi così vecchia, qua invece mi cadono i muri addosso! Ma torniamo alla praticità, quanto è bello un tavolo da esterni in un angolo dentro casa? A cosa serve? A niente, a meno che quando sali le scale per andare a letto tu non ti voglia riposare un attimo nel pratico tavolino da esterni posizionato a caso. E perché dire di no ad una vista della cucina dal primo piano anziché fare un ripostiglio? Perché mettere le porte quando puoi costruire un piccolo labirinto dentro casa che confonde gli abitanti? Più che in una casa mi sembra di vivere in un quadro di Escher, circondata da persone che sembrano uscite da un racconto di Pennac. Il giardiniere scalzo che lavora la terra e dopo entra in casa, la maid che si nasconde nei vari angoli, il cane che riesce a scappare ma inizialmente non scappa perché ha paura, i buchi nella recinzione, il misterioso vicino di casa con le guardie del corpo e i mastini incatenati all’ingresso. Insomma non siamo più nelle grinfie del Galactic Empire ma anche questa nuova sistemazione promette bene, anzi promette benissimo. Vado a vedere dove posso attaccare il carica batteria del computer e spero di non perdermi nei labirinti di questo posto. Se non mi trovate più sappiate che io vi ho voluto bene, Gesù se mi stai leggendo ho voluto bene anche a te anche se ho accostato spesso il nome di tuo padre ad aggettivi coloriti e simpatici.

ingegner-cane


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