La lupa in Piazza del Campidoglio. Roma 03 dicembre 2014. ANSA/ANGELO CARCONI
“Renzi mi giudicherà fra tre mesi”. Marino casca come l’asino sotto la soma e invece di chiedere il giudizio ai romani che lo hanno eletto, lo chiede al premier non eletto che in via istituzionale non c’entra assolutamente nulla col primo cittadino della capitale. Il fatto è che la malapoltica di corridoio e camarilla, la politica degli affari suoi, non ha nemmeno più il pudore di conservare le forme, di fingere un retorico appello all’elettorato e fa sfoggio pubblicamente del suo autismo: un potere minore si rivolge a uno superiore dopo aver opportunamente operato per riconquistarne la benevolenza con l’immissione di opportuni assessori.
Certo nulla di nuovo sotto il sole se non l’abbandono definitivo del bon ton, della finzione che siano i cittadini a decidere e che siano essi e dunque il buon governo i destinatari dei sussurri…