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Le Cattive Strade.... il giorno dopo!

Da Ilafabila

"Benedetto Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie. Dai diciotto anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini" 

Fabrizio De André
Le Cattive Strade - Il Giorno Dopo - Lunatica Festival 015
Inizia con questa citazione, lo spettacolo "Le Cattive Strade". Andrea Scanzi è solo sul palco, siamo nel 1958, su una nave da crociera, dove un giovane Fabrizio, con l'inseparabile amico di quei tempi, Paolo Villaggio, sbarca il lunario suonando il pianoforte.
Andrea Scanzi è un tripudio di parole che accompagnano il pubblico attraverso la carriera e la vita del grande cantautore.

Andrea Scanzi - Le Cattive Strade - Il Giorno Dopo - Lunatica Festival 015

Foto: Studio 47


Siamo nel primo periodo, quello delle ballate, quello di Brassens e dei giganti francesi, quando entra in scena Giulio Casale cantando la sua Geordie. Non posso fare a meno di muovere le labbra _ io AMO Fabrizio De André_ ma quasi mi sembra un peccato non cogliere ogni sfumatura della splendida voce dell'artista che ho di fronte. 
L'anno successivo è già il '68, tutti si aspettano una presa di posizione netta da parte di De André, ma Fabrizio è un anarchico, un cane sciolto e proprio in quell'anno, simbolo della contestazione, pubblica Tutti morimmo a stento e Volume III
Nel primo album si parla di morte, la morte delle idee, la morte concettuale. Si parla di vinti, tanto amati dal grande Fabrizio, di quel popolo ai margini, fatto di prostitute, di drogati, di carcerati, che è prepotentemente presente in quasi ogni testo della produzione di De André. 
Il secondo album è una raccolta di ballate, strettamente legato a Brassens.
Iniziano gli anni '70 e Fabrizio De André ci porta nel suo periodo "mistico" quello dei Vangeli apocrifi, dell'Infanzia di Maria e del Testamento di Tito... (La Buona Novella).
Nel 1971, in un lampo ci troviamo in America, con l'antologia Spoon River, tradotta in segreto da Fernanda Pivano negli anni dell'invasione Nazi Fascista ed è su questa raccolta che Fabrizio De Andrè centra il suo album "Non al denaro, non all'amore né al cielo", nove canzoni che raccontano un paese e le storie dei suoi abitanti, dove c'è il chimico, il malato di cuore e c'è, soprattutto, il Suonatore Jones.
Due anni dopo è la volta di un nuovo concept album, Storia di un impiegato ed è in questa raccolta che Fabrizio si esprime riguardo la sua avversione per il mondo circostante. Le sue canzoni verranno ampiamente criticate, non solo dalla stampa, ma anche da Giorgio Gaber.
Nel 1975 Fabrizio De Andrè pubblica Volume 8, una raccolta di brani scritti in coppia con Francesco De Gregori, ed è proprio in questo album La Cattiva Strada, ed è su queste note che Andrea lascia nuovamente posto a Giulio...

Giulio Casale - Le Cattive Strade - Il Giorno Dopo - Lunatica Festival 015

Foto: Studio 47


Un tuffo alle porte degli anni '80 e ci troviamo a Rimini, dove Andrea ci racconta dell'arrivo di Massimo Bubola e, successivamente, della PFM.
Il decimo album si intitola "Fabrizio De André", ma tutti lo ricordano come "L'Indiano", grazie all'immagine di copertina. Un incontro tra il popolo sardo, tanto amato da Fabrizio e il popolo degli indiani d'America.
Giulio ci accompagna sulle note di Fiume Sand Creek e di Se ti tagliassero a pezzetti (sostituisce un verso, in quest'ultima canzone: signorina fantasia diventa, in onore di Massa e della sua storia, signorina anarchia!).
Siamo giunti quasi alla fine del nostro cammino. Siamo già nei colorati e sregolati anni '80, quando Fabrizio compie una nuova rivoluzione, uscendo con l'album Crêuza de mä, interamente scritto in dialetto genovese.
Andrea racconta Sidún e credo che non ci sia uno spettatore che non abbia la pelle d'oca durante la narrazione della sanguinosa guerra civile di Sidone, in Libano. Anticipa il testo tradotto in italiano e poi il silenzio del pubblico diventa una voce sola, mentre sullo schermo appare il video di Fabrizio De André in concerto...
In questa atmosfera suggestiva vedo un video che ho visto non so più quante volte, vedo Fabrizio, vedo Cristiano, vedo Luvi... e mi viene da piangere se penso che abbiamo perso prematuramente un tale artista, morto un mese prima della nascita di mio figlio....
Ho conosciuto Fabrizio De André a 10 anni, quando mio padre, nel '92, decise di comprare la cassetta "Le Nuvole", lato A in italiano, lato B in dialetto. Avevo 10 anni, impazzava "Hanno ucciso l'uomo ragno" degli 883 e io non facevo altro che ascoltare quella cassetta. La Domenica delle Salme era la canzone più complicata, non ne capivo il senso e non capivo _ allora_ come poteva essere la preferita da mio padre....
Lo spettacolo si conclude con Anime Salve, l'ultimo album del grande cantautore e il saluto di Andrea Scanzi e Giulio Casale si concretizza in chitarra e voce con la Preghiera in Gennaio....

Uno spettacolo da brividi lungo la schiena, un percorso nella vita e nelle opere di un grande artista del nostro tempo, un cantautore intramontabile e ancora amatissimo da non so quante generazioni... due grandi del palcoscenico che me l'hanno raccontato come nessuno aveva mai fatto prima d'ora....
Le Cattive Strade.... il giorno dopo!

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