Questo racconto ha partecipato al concorso indetto da La Stampa "Rivesti l'eroe"
Una mattina rientravo a casa dopo
aver fatto la spesa. Tenevo il sacchetto appoggiato alla spalla sinistra mentre
facevo scorrere le chiavi tra le dita
fino a individuare quella che apriva il
portone. La trovai quasi subito, dopo averla girata nella toppa un paio di
volte feci ruotare il pomello ed entrai.
Erano le nove del mattino e la mia vicina di casa camminava avanti e indietro davanti all’ingresso del mio appartamento. Lei era naturalmente sofisticata nel suo tubino nero in un tessuto morbido che su di lei scivolava dolcemente, il collo era avvolto da una collana di perle, la testa coperta da un cappello ampio ornato di un nastro di seta chiaro, i piedi elevati da un paio di scarpe dal tacco sottile. Pensai che non riusciva ad essere fuori posto nemmeno con quel abbigliamento da festa in società.
Appoggi
ava le labbra sulla stanghetta degli occhiali da sole e si guardava intorno come alla ricerca di qualcosa. Mi feci avanti.-Buongiorno, aspetta me?- lei mi guardò sorpresa e sbottò in un – Lei? No, in verità non aspetto nessuno.
Rimasi un po’ deluso ma non lo diedi a vedere.
-Signorina, dovrebbe spostarsi. Vorrei entrare nel mio appartamento.
-Il suo…ah, si il suo appartamento. Anche io vorrei entrare nel mio. Ma proprio non ricordo dove ho messo le chiavi. Ieri sera quando sono uscita le ho infilate nella borsetta come al solito però adesso non ci sono più.
Le sorrisi in un moto di comprensione.
- Sono cose che capitano vedrà che presto le ritroverà. Io sono Paul Varjak. - dissi stringendole la mano.
-Varjak? – mi fissò perplessa.
-Si, Paul Varjak - ripetei più lentamente - il suo nuovo vicino.
-Ah, si. Piacere, gli amici mi chiamano Holly – disse la donna mentre il suo volto si apriva in un sorriso.
Non potevo abbandonarla sul pianerottolo.
-Venga dentro, le preparò un caffé. E’ miracoloso nel far ritrovare le cose.
-Davvero? – fece lei seguendomi in casa.
(il racconto è ispirato a un brano di Colazione da Tiffany)