Al giorno d’oggi trovare un lavoro è diventato un’impresa epica. La disoccupazione giovanile, che sembrava in fase calante verso la fine del 2014, è tornata a crescere e i dati Istat hanno registrato negli ultimi tempi una disoccupzione del 42,6%. L’incidenza dei disoccupati sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,8%: in pratica, un giovane su 10 non ha lavoro.
Tuttavia, in un quadro così cupo per i giovani italiani, c’è uno spiraglio di luce che può consolare: la laurea. Conseguire una laurea oggi può essere un’arma per combattere la crisi lavorativa che stiamo vivendo. Naturalmente non basta avere un titolo accademico, perchè l’indigenza occupazionale colpisce tutti, laureati compresi. Però se si scelgono bene le facoltà giuste, si può arrivare al traguardo del tanto agognato “posto di lavoro”.
È quanto emerge dal XVII rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato all’università Bicocca di Milano. Secondo l’indagine, a cinque anni dal conseguimento del titolo il 90% degli studenti ha un’occupazione, di cui il 78% con contratto a tempo indeterminato. Ma attenzione, perchè non tutte le facoltà sono uguali. Secondo il rapporto AlmaLaurea, sono cinque le aree di studio privilegiate che danno più sbocchi a cinque anni dal titolo:
Medicina. Tasso di occupazione a cinque anni dal titolo: 97%. Retribuzione media: 1.593 euro.
Ingegneria. Tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea: 95%. Retribuzione media: 1.693 euro.
Economia e statistica. Tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea: 90%. Retribuzione media: 1.487 euro.
Chimica-farmaceutica. Tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea: 90%. Retribuzione media: 1.475 euro.
Scienze (matematica-fisica). Tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea: 88%. Retribuzione media: 1.471 euro.
Sono queste le cinque lauree anti-crisi che danno ancora lavoro e Medicina si riconferma, come sempre, la prima in classifica. I camici bianchi sono al 97% delle possibilità occupazionali a cinque anni dal titolo.
L’indagine mostra, a un anno dal conseguimento della laurea, una sostanziale tenuta del tasso di occupazione, che ammonta al 66% per i laureati triennali e al 70% per i laureati magistrali biennali. Stage ed esperienze di studio all’estero durante gli studi possono aumentare del 20% le possibilità di trovare un’occupazione, sia perché consentono un incremento delle competenze linguistiche, sia perché facilitano l’accrescimento esperienziale e personale.
Il rapporto di AlmaLaurea si conclude con una riflessione sulla trasparenza all’interno del mondo del lavoro: la trasparenza gioca un ruolo fondamentale all’interno dei meccanismi che regolano il mercato del lavoro e il miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta di capitale umano. I meccanismi di gestione delle risorse umane, in particolare la scarsa meritocrazia e la scarsa trasparenza dei meccanismi di reclutamento, hanno giocato un ruolo centrale nel determinare l’insoddisfacente performance del sistema produttivo italiano negli ultimi 20 anni.