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Le cinque variazioni – Lars von Trier, Jorgen Leth

Creato il 29 maggio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

29 maggio 2013 Lascia un commento

Le cinque varizioni
All’origine di tutto il corto del 1967 di Jorgen Leth, "L’uomo perfetto".
Pezzo di cinema importante per la costruzione tecnica e in un certo senso filosofica del von Trier regista ma il perche’ lo scopriremo solo nel finale.
Trent’anni dopo sara’ proprio von Trier ad invitare, meglio dire sfidare Leth a creare cinque variazioni del suo film da ricostruire attraverso l’applicazione di regole che di volta in volta von Trier esigera’ rispettate. 
Cio’ che la pellicola propone sono i cinque film realizzati, il film originale e il making-of come struttura portante del soggetto.
von Trier gioca con lo spettatore in un formidabile gioco di specchi fatto di rimandi ed autocitazioni, in un incastro complicatissimo ma talmente ben realizzato che ad un primo sguardo sembra scorrere senza problemi o difficolta’.
Pochi conoscevano "L’uomo perfetto" prima de "Le cinque variazioni", quindi ci viene mostrato, svelato direi un pezzo alla volta, piccoli bocconi che alla fine compongono l’intero pasto ma intervallati dalle diverse variazioni che di volta in volta focalizzano un segmento di film oppure un altro.
Le regole delle nuove realizzazioni iniziano come una sfida tecnica poi lentamente, il bersaglio si affina spostandosi su un piano sempre piu’ psicologico, le pareti si stringono per intrappolare l’uomo non il regista in un gioco che prima diverte, poi lascia perplessi e quando infine si crede di assistere ad un esercizio di stile addomesticato, von Trier si confessa e spiega il progetto, il suo legame col lavoro di Leth, il suo vero obiettivo e cosa sperava di ottenere.
Il regista e’ sulla soglia di un profondo disagio psicologico e nel ripartire da capo, dall’origine delle sue ossessioni come il circoscrivere le sue opere all’interno di dogmi o regole non sempre giustificate tolto il bisogno di sfidarsi alzando l’asticella della difficolta’. Ecco come il giuoco di specchi tecnico e’ un gioco di specchi umano, mettere in pericolo per poi salvare, salvare per salvarsi, svelare per svelarsi, trasportare i propri problemi su qualcuno sperando che la sua soluzione valga anche per se’.
Ancora una volta un von Trier straordinario che non cessa di sorprendere, colpire per l’ingegno e finanche commuovere in una ricerca di una umanita’ forse davvero da trovarsi attraverso la perfezione.

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