Le città italiane tra le più inquinate

Creato il 12 marzo 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

La città del nostro Paese sono tra quelle  più inquinate in Europa. L’’Italia è un Paese soggetto a stress idrico medio-alto con problematiche in campo ambientale che, nonostante i progressi compiuti, devono essere risolte, come  la scarsa qualità dell’aria nelle principali città, l’aumento della produzione di rifiuti, l’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo delle acque sotterranee, e l’inquinamento e l’erosione del suolo.

Questo è il quadro che emerge dal “Rapporto OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sulle performance ambientali: Italia 2013”.

Secondo i dati dell’OCSE nel nostro Paese si registra un calo del conferimento dei rifiuti in discarica e una diminuzione del numero di discariche, comprese quelle illegali, anche se restano notevoli differenze tra le varie regioni, con situazioni di criticità Campania, Lazio e Sicilia.

Sono circa 5.000 i  siti contaminati ufficialmente censiti, di questi 57 sono siti contaminati di interesse nazionale , che coprono circa il 3% del territorio italiano e 10.000 potenzialmente contaminati ricadono sotto la responsabilità delle regioni.

Secondo il Rapporto resta preoccupante il rischio di erosione, con il 30% di terreni agricoli classificato come soggetto a rischio di erosione idrica da moderato a forte,  mentre le aree protette coprono circa il 10,5% del territorio nazionale e le aree marine protette sono state notevolmente ampliate, la rete Natura 2000 copre il 21% del territorio nazionale.

Infine l’OCSE suggerisce di potenziare l’attuazione delle politiche ambientali, sviluppare una strategia di lungo periodo per la crescita verde che potrebbe essere determinante per favorire un aumento della produttività, degli investimenti e dell’innovazione in campo ambientale, tutti elementi necessari per rendere l’economia più verde.

“Trasmetterò il Rapporto dell’OCSE al nuovo Parlamento affinché le raccomandazioni formulate siano tenute in considerazione nella politica per la crescita dell’Italia”, ha detto Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente, intervenendo alla presentazione del Rapporto. “L’Italia, come raccomanda l’OCSE, deve adottare un’agenda verde per la crescita con un programma coerente e integrato di misure per la de-carbonizzazione dell’economia, che guardi non solo al breve ma anche al medio-lungo periodo. A questo proposito – ha continuato – oggi il Cipe ha approvato il Piano Nazionale 2013-2020 per la decarbonizzazione dell’economia (leggi anche “Cipe, 243 mln a infrastrutture e proposta la proroga della detrazione 55%“). Infine, voglio ribadire quanto l’OCSE raccomanda per rendere più efficiente il sistema della governance pubblica, a tutti i livelli di responsabilità, così da aumentarne l’efficacia e la capacità di rispondere alle esigenze del Paese”.

“Desidero sottolineare il valore e l’importanza del Rapporto dell’OCSE sull’ambiente Italia 2013, che oggi viene presentato ufficialmente, in primo luogo per il suo carattere di oggettività e terzietà, essendo il frutto di un attento lavoro di analisi delle informazioni e dei dati raccolti con scrupoloso metodo, effettuato da un prestigioso organismo internazionale, dal quale l’Italia ha sempre avuto utili indicazioni per il miglioramento delle scelte politiche e di governo, principalmente in campo economico ma anche in molti altri ambiti e materie. Trasmetterò il Rapporto dell’OCSE al nuovo Parlamento affinché le raccomandazioni formulate siano tenute in considerazione nella politica per la crescita dell’Italia.

Voglio ancora sottolineare la raccomandazione che considero la più rilevante tra quelle indicate dall’OCSE: l’Italia deve adottare un’agenda verde per la crescita con un programma coerente e integrato di misure per la de-carbonizzazione dell’economia, che guardi non solo al breve ma anche al medio-lungo periodo. A questo proposito oggi il Cipe ha approvato il Piano Nazionale 2013-2020 per la decarbonizzazione dell’economia.

Occorre cogliere le enormi potenzialità per investimenti e lavoro presenti nei settori della green economy in senso stretto, e nelle altrettanto grandi prospettive di ripresa e di sviluppo legate alla trasformazione dei settori produttivi tradizionali e maggiormente inquinanti. Molte iniziative sono già state intraprese ma è necessario assicurarne la continuità e ampliandone la portata.

Infine, voglio ribadire quanto l’OCSE raccomanda per rendere più efficiente il sistema della governance pubblica, a tutti i livelli di responsabilità, così da aumentarne l’efficacia e la capacità di rispondere alle esigenze del Paese. L’OCSE prende in esame, come caso di analisi, la gestione dell’acqua: anche in questo settore, la messa in campo delle misure necessarie per allineare la gestione e l’uso di una risorsa vitale può convertirsi in output positivi sul piano economico e sociale e deve essere integrata in un disegno più ampio di messa in sicurezza dell’assetto complessivo del territorio dal punto di vista idrogeologico.

La visita della delegazione dell’OCSE e la presentazione ufficiale del Rapporto Ambiente Italia 2013 cadono in un momento-chiave della vita politica del Paese: prendiamo quindi atto delle raccomandazioni dell’OCSE come di un importante contributo alla definizione del quadro delle priorità da mettere all’ordine del giorno”.


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