Le città raccontate attraverso i libri: l’intervista a chi ha inventato Cityteller
Postato il febbraio 10, 2014 Aggiornato il febbraio 10, 2014
“Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn?” – Conosci la terra dove fioriscono i limoni? Goethe e il viaggio in ItaliaAvete già scaricato Cityteller, l’app che vuole raccontare le città attraverso le pagine dei libri? Cosa ne pensate? Sappiate che ora è disponibile anche per chi ha il sistema Android.
Intanto, come promesso, io ho voluto saperne di più ed ho intervistato il team che l’ha ideata e realizzata. E mi sono fatta raccontare com’è nata e qualche segreto in più su quello che verrà. Scoprendo che galeotta fu New York…
Come è nata questa idea bellissima di un’App che raccontasse le città attraverso frammenti di libri? Chi è il team che l’ha concepita e realizzata?
“Il nostro progetto nasce da un’idea di Fabrizio Parodi, quando prima di partire per un viaggio a New York, stufo delle classiche guide turistiche, utili ma impersonali, si è messo alla ricerca di guide alternative, da visualizzare attraverso il suo smartphone, senza trovarne nessuna che potesse soddisfare la sua voglia e curiosità di sentire la città raccontata da qualcuno e di viverla attraverso le persone che l’hanno visitata, vissuta e rivelata.
Da qui è nata l’idea di una guida che si auto-costruisse grazie alla partecipazione degli utenti, e che raccontasse qualcos’altro rispetto alle tipiche descrizioni dei luoghi. La nostra passione per i libri e la curiosità per il territorio ci ha fatto maturare il progetto finale; un’app che racconta le città attraverso le citazioni dei libri condivisi dagli utenti.
L’app è stata pensata e sviluppata in partnership con il team di studioand (www.studioand.it), che si occupa ormai da 15 anni dello sviluppo di progetti grafici e multimediali, di “Spectacularch!”per la realizzazione grafica e con Alessio Giachin Ricca per il confronto progettuale.
Il progetto iniziale è stato sostenuto dall’Università degli Studi di Bergamo nel corso del Laboratorio Digital Storytelling e Social Networks (responsabili didattici Francesca Pasquali e Carlo Simone) e dall’iniziativa Iconemi 2013 curata da Maria Claudia Peretti, grazie ai quali siamo riusciti a sviluppare una prima versione e a caricare i primi contenuti.
Fin dall’inizio, quello che avevamo in mente era la personalizzazione del racconto e dell’esperienza, e in parallelo la condivisione: chiunque può partecipare, inviare il proprio contributo, e condividere quindi la propria “esperienza” di conoscenza”.
Milano e Antonio FogazzaroQuanti iscritti ci sono ora? Quanti luoghi mappati e quanti libri?
“Siamo contenti del risultato ottenuto fino a questo momento: nel giro di poche settimane dal lancio, l’applicazione è stata scaricata e apprezzata. Il progetto piace, e gli utenti iniziano a rispondere positivamente. Per quanto riguarda la mappatura del territorio, per ora abbiamo preferito concentrarci su alcune zone/città in base al materiale che avevamo a disposizione e all’attaccamento al nostro territorio di origine e in cui viviamo. Noi per primi siamo amanti dei luoghi dei libri; soprattutto di quei luoghi che ci “appartengono”. Il nostro staff quindi ha puntato per lo più su Torino, Milano, Napoli e Roma. Sono mappati sull’app anche altri luoghi, in totale circa un centinaio; ma è nostra intenzione mappare tutto il territorio, cercando di uscire dai centri urbani (sicuramente più presenti nella letteratura), per scoprire luoghi anche meno noti, nascosti.
Per farlo stiamo pensando e realizzando progetti e collaborazioni che coinvolgano gruppi di persone, associazioni e cittadini legati al proprio territorio.
Vogliamo ricordare che l’applicazione è basata sulla partecipazione e sulla condivisione, quindi cogliamo l’opportunità che ci state dando con questa intervista per invitare tutti a partecipare inviandoci segnalazioni!
Finora vedo solo marcatori in città italiane, è una scelta o siete pronti ad accogliere segnalazioni anche sull’estero?
“Ad oggi abbiamo inserito quasi esclusivamente luoghi e libri italiani, per poter avere un primo step significativo di mappatura del territorio, ed essere meno dispersivi nella visualizzazione dei contenuti. L’applicazione è già comunque predisposta per mappare anche i luoghi di tutto il mondo: abbiamo ricevuto già da alcuni Citytellers qualche segnalazione su New York, Istanbul, Parigi e Barcellona per citarne alcuni. Presto li vedrete segnalati sulla mappa di Cityteller”.
Oggi vi si contatta con e-mail, ma quando saranno disponibili altre forme di inserimento più diretto?
“Al momento non solo è possibile inviare le segnalazioni tramite mail, ma anche attraverso il canale facebook. (http://www.cityteller.it/#partecipa) Abbiamo dato questa possibilità per rendere più semplice e diretto il contatto con i nostri Citytellers. Stiamo predisponendo un form che consenta l’inserimento diretto dei contenuti sull’applicazione; la pubblicazione dei quali sarà comunque prima soggetta all’approvazione della nostra redazione”.
Come vedete Cityteller nel prossimo futuro?
“Ovviamente piena di citazioni!
Vorremmo diventasse una comunità di appassionati di libri, di territorio, di tecnologia, e parte di una rete di progetti legati alla letteratura che stiamo conoscendo grazie a Cityteller”.
Vi fermerete ai libri o pensate di trovare spazio anche per itinerari sulle orme degli scrittori?
“Il nostro è un progetto in divenire che si sta arricchendo anche grazie al confronto continuo con altre realtà.
Abbiamo molte iniziative in mente, e tra queste sicuramente abbiamo pensato anche a varie forme di itinerari, non solo legate agli autori”.
Immagino abbiate “mappato” anche voi qualche vostro libro del cuore nell’App: ce lo svelate?
“I nostri libri del cuore un po’ alla volta li stiamo prendendo dalle nostre librerie per inserire quei luoghi e quelle descrizioni che ci sono rimasti impressi. È un vortice ormai, siamo totalmente assorbiti da questa ricerca e dalla curiosità di visualizzare le strade, le piazze, le stazioni, i palazzi. Crediamo che le nostre passioni si trovino tra i libri già caricati. C’è ad esempio una categoria di libri che ci ispira di continuo, ed è quella dei romanzi gialli, perché in essi i luoghi, le loro descrizioni, sono parti strumentali della narrazione”.