Magazine Diario personale

Le colleghe di lavoro e la pizza.

Da Aquilanonvedente

pizza capricciosaC’è una cosa che mi fa particolarmente piacere sul lavoro: è quando i colleghi (rectius: le colleghe, perché nella mia azienda il 95% dei dipendenti è comporto da donne) mi invitano a qualche serata conviviale. E mi fa ancora più piacere quando a invitarmi sono ex colleghe, come avverrà venerdì prossimo.

Perché mi fa piacere questa cosa?

Perché sul lavoro ho sempre cercato di essere corretto, di non fare differenze tra le persone, di essere paziente e molti lo hanno riconosciuto. Io non dispenso favoritismi; nessuno mi deve alcunché e io non devo niente a nessuno.

Anni fa, il direttore dell’epoca un giorno mi redarguì, sostenendo che io dovevo stare dalla parte dell’azienda, non dei lavoratori. Risposi che io avevo una credibilità, conquistata in anni di lavoro, e che non l’avrei messa in discussione per sostenere posizioni palesemente strampalate. Quel direttore era un deficiente, perché vedeva l’azienda come un’entità separata dai propri dipendenti. Ed era pure un coglione.

Venerdì prossimo, quindi, mollo le mie donne a casa e me ne vado con altre donne, al ristorante, a festeggiare una neo-pensionata (beata lei).

Sarà forse per questo che stanotte mi sono svegliato alle due con un’idea fissa in testa: la pizza. E stamattina l’idea fissa non era ancora scomparsa. E nemmeno oggi pomeriggio. Così stasera ho ordinato tre pizze, tra le quali la mia capricciosa.

Era da aprile dell’anno scorso che non mangiavo una pizza intera ed ero proprio curioso di vedere se fossi riuscito a ingurgitarla tutta. Se la salivazione mi avrebbe consentito di ingoiare i bocconi. Se le papille gustative avrebbero riconosciuto il suo sapore.

Allora, tanto per aprire lo stomaco, prima mi sono fatto un aperitivo di minestrone (minestrone di farro e legumi, per la precisione), poi ho affrontato lei: la capricciosa.

spaghetti aragosta

Il profumo era ottimo. Sono riuscito a masticare e ingoiare senza troppa fatica, ma ahimè, il gusto ha lasciato a
desiderare: è stato come se avessi mangiato un pezzo di plastica con una spruzzatina di peperoncino sopra (perché per dare una botta di vita alle mie papille gustative, io ormai metto il peperoncino dappertutto).

Non sono ancora pronto; sono ancora lontano dalla normalità (se mai la raggiungerò).

Venerdì sera dovrò ripiegare su un piatto di spaghetti allo scoglio… pazienza. Farò anche questo sforzo. Cosa non si fa per le colleghe di lavoro…

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