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Le collezioni della vita

Da Russell81

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Sono sempre stato un fanatico delle collezioni. Non parlo solo di quelle propriamente racchiuse nel termine, come possono essere le raccolte di figurine o di fumetti. E’ chiaro che ce ne sono state anche di questo tipo nella vita, ma rappresentano la parte più marginale della mia natura.
A conferma di quanto già scritto QUI e QUI, io sono un instancabile ed assoluto raccoglitore di elementi certi. Fin da piccolo il fascino offerto da una collezione ha rappresentato un motivo di prestigio e soddisfazione per me, un vanto conseguito dal possesso di qualcosa che gli altri non avevano.  

E così sono arrivati gli album di figurine dei calciatori (prima ancora c’erano stati quelli dei cartoni) a riempire le giornate della mia infanzia di sfide alla ricerca degli ultimi tasselli utili. Successivamente è stato il turno dei fumetti. Le pile di Topolino che poi, nel corso degli anni, sono stati sostituiti da quelli di Dylan Dog, hanno messo a dura prova le mensole della mia cameretta. 

Non solo lettura e foto. Crescendo ho iniziato a nutrire la passione per i film horror (grazie Zio Tibia). Ne registravo tantissimi, alcuni dei quali sono autentiche perle mai dimenticate della cinematografia di nicchia. Con la paghetta, poi, integravo la collezione con ulteriori pellicole acquistate dalle videoteche del mio quartiere. Alla metà degli anni novanta, la mia collezione di horror vantava ben 225 titoli, più o meno validi, ma di cui conservo un buon ricordo.

Gli anni novanta, il periodo più florido per una certa dance commerciale. Arrivarono, di conseguenza, le cassettine, quelle di cui in molti ancora rimpiangono l’uso. Radio sempre accesa e tanta tanta pazienza. C’era una canzone da beccare, ed un tasto REC da premere in simultanea con quello PLAY. Però che sballo portare quei brani in auto e godere di quella musica.

Anche oggi continuo a nutrire la passione per il collezionismo di certezze. Ho diverse centinaia di dvd e parecchie serie-tv che mi lasciano nel tempo una miriade di citazioni che poi diventano consuetudini nei miei dialoghi quotidiani. Inoltre continuo a selezionare testi e accordi per la scaletta di un improbabile concerto da camera da tenere esclusivamente in presenza delle persone care. Ed infine, sono ancora pronto con quel tasto REC (questa volta virtuale) per beccare i migliori scherzi che le radio tengono durante le loro trasmissioni e che rappresentano la formula del buonumore nei miei viaggi in auto in compagnia dei “fungiari”. 


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