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Le colpe dei padri / Alessandro Perissinotto. Milano: Piemme, 2013.
Il romanzo di Perissinotto rappresenta un'esperienza di lettura molto originale.
Innanzitutto, perché è difficilmente classificabile dal punto di vista del genere, a metà strada tra il giallo psicologico, il romanzo a sfondo storico-sociale, l'inchiesta giornalistica.
Un altro aspetto particolare riguarda il ruolo dell'autore all'interno del romanzo. Lo scrittore infatti non è nascosto, ma apertamente presente nel racconto, prima in modo un po' criptico, poi rivelandosi poco a poco come colui che ha raccolto le memorie del protagonista Guido Marchisio e che non si limita a riferirle bensì interviene anche per commentare e fare digressioni di carattere personale.
Fortissimo è infine il legame del romanzo con il contesto geografico nel quale è ambientato, la città di Torino, che si può considerare a buon diritto protagonista essa stessa della vicenda.
Nella doppia identità di Guido Marchisio c'è una riflessione che si muove tra passato e presente e che mette a confronto più generazioni, ma anche due facce della stessa città.
La prima metà del romanzo può essere definita a buon diritto avvincente. L’alone di mistero che circonda Ernesto Bolle, la voce straniante del narratore, l’animo inquieto di Guido Marchisio tengono il lettore attaccato alle pagine.
Quando uno dei nodi principali dell’intreccio si scioglie, la tensione inevitabilmente cala e il tono del romanzo cambia, perché l’attenzione si concentra sul percorso interiore – e in parte anche esteriore – che travolge la vita di Guido Marchisio e che lo costringe a fare inevitabilmente i conti con il suo passato.
Questa seconda parte è, dal mio punto di vista, ma forse anche volutamente, più trascinata, forse a rappresentare anche narrativamente la fase discendente della parabola che – sia nel romanzo sia nella vita di Marchisio – aveva visto la fase ascendente nella iniziale condizione di inconsapevolezza e raggiunge il suo climax quando la figura di Ernesto Bolle si definisce.
Operazione interessante quella di Perissinotto, anche se a mio parere non sempre del tutto sintonizzata sulle corde emotive del lettore.
Voto: 3/5
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