Librettisti e compositori dovevano plasmare il loro lavoro sulle compagnie scritturate per le stagioni dei teatri. Un sistema che favoriva gli eccessi di rivalità tra i cantanti, rendendo sempre più complicata la messa in scena. Una prassi che affondava le sue radici già dalle prime rappresentazioni nei teatri pubblici, oggetto della satira del compositore e letterato Benedetto Marcello nel suo Il teatro alla moda del 1720. Il melodramma metastasiano aveva fatto delle importanti concessioni ai castrati e alle prime donne, con il ricorso abbondante ad arie con “da capo”. Lo stesso Donizetti, due anni dopo Le convenienze e inconvenienze teatrali, dovette assecondare il soprano francese Henriette Méric-Lalande, la quale, non paga di avere un cachet nove volte superiore a quello del compositore, montò su tutte le furie per l’esiguità della cavatina del prologo e per dover entrare in scena col volto coperto da una maschera che ne impediva l’immediato riconoscimento, nella Lucrezia Borgia andata in scena alla Scala nel dicembre del 1833. Due anni dopo, lo stesso maestro bergamasco, dopo aver fatto i salti mortali per trovare l’equilibrio tra le due regine e prime donne della Maria Stuarda, si vide cancellare l’Opera dal cartellone scaligero dopo sei recite, a causa dell’ostinazione della Malibran di voler proporre il celebre duetto con Elisabetta nella formula originaria, censurata per la sconveniente sequela di epiteti che le due protagoniste regali si dispensavano. Ma quando, nel marzo del 1944, per il debutto veneziano dell’Ernani, il soprano tedesco Sophia Lowe tentò di imporre a Giuseppe Verdi un finale in forma di rondò che facesse risaltare la parte da lei interpretata sul resto dell’Opera, il bussetano si oppose fieramente, salvaguardando lo sviluppo drammatico da lui voluto. In questo modo, si compiva la detronizzazione dei cantanti principali, in luogo dell’affermazione della sensibilità del compositore nelle scelte per la messa in scena dell’Opera. Non solo, con l’accentramento delle responsabilità sceniche nella figura del compositore, si iniziava a delineare un’altra figura destinata ad avere grande importanza nelle messe in scena moderne del Teatro d’Opera: quella del regista.
LE CONVENIENZE TEATRALI #opera #cantanti #primadonna
Creato il 14 maggio 2014 da Albertomax @albertomassazzaPossono interessarti anche questi articoli :
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