a cura di Sabina Terziani
Ecco un esempio di coerenza tra progetto editoriale e progetto grafico. Se la missione di Ponte 33 è far conoscere la cultura di lingua persiana in Italia, perché limitarsi a proporre dei testi tradotti? Meglio unire alla parola le immagini, ovvero la visione di un grafico iraniano, Iman Raad, che porta su tutte le copertine un segno straniero e originale. Al di là dei riferimenti iconografici alla tradizione delle miniature e dei tappeti persiani, quello che colpisce è la gabbia grafica completamente disegnata, occorrenza davvero rara nell’editoria italiana.
La copertina de I fichi rossi di Mazar-e Sharif si differenzia dagli altri titoli (visibili qui) per la scansione rigorosa degli spazi, scardinati e contemporaneamente sottolineati dal dettaglio perturbante che rompe la perfezione asettica. I due aerei da guerra che si stagliano neri contro un triangolo di cielo azzurro fanno da sfondo alla campana di vetro che sembra proteggere l’albero di fico stilizzato su fondo bianco che ai nostri occhi di occidentali ricorda gli alberi della vita medievali con le genealogie dei patriarchi biblici. Strano che un’ala dell’aereo di sinistra e parte della coda di quello di destra siano tagliate, scompaiano dietro alla cornice intagliata d’oro che per questo schizza in primo piano con ciò che contiene, l’albero atemporale poiché privo di sfondo se non il bianco neutro della carta.
Nei lavori per l’editoria iraniana il segno grafico di Iman Raad (visibile qui) esprime tutta la sua diversità dai canoni grafici occidentali, diversità che si ibrida con il progetto di Ponte 33 creando una visione intermedia assai interessante.
I fichi rossi di Mazar-e Sharif di Mohammad Hossen Mohammadi
traduzione dal persiano di Narges Samadi
Ponte33, 2012
pp. 144, euro 16
Qui le altre copertine.