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Ci sono dei libri a cui per qualche motivo hai paura di avvicinarti, che tieni lì, sul comodino, per mesi, aspettando che sia il momento giusto, senza sapere quando e se arriverà. Quei libri che appena ti decidi a leggere, ti senti un'idiota per aver aspettato tanto. Quei libri che ti tengono sveglia la notte. Quei libri da cui non riesce assolutamente a staccarti, che ti isolano completamente dal mondo, al punto che non ti accorgi più se fuori piove o c'è il sole, se il caffè sta salendo, se l'acqua sta bollendo o se sono due ore che il cellulare suona senza che tu risponda. "Le correzioni" di Jonathan Franzen è tutte queste cose messe insieme. L'ho comprato a luglio, l'ho lasciato lì a prendere polvere fino alla settimana scorsa, convinta che avrei avuto delle difficoltà a leggerlo e che se non fosse stato il momento perfetto non sarei riuscita a portarlo avanti e ad appassionarmi. Non so bene da cosa derivassero tutti questi timori, forse da qualche recensione letta in giro, forse dal fatto che in tanti mi parlassero di questo libro come qualcosa di incredibile e meraviglioso e questi mi incuteva parecchio timore. So solo che erano assolutamente infondati e che ho aspettato tanto, troppo, per leggere forse uno dei libri più belli di quest'anno.
Franzen ci porta all'interno di una famiglia americana che da fuori potrebbe sembrare quasi normale ma che in realtà nasconde al suo interno tanti problemi, tante difficoltà, che sono poi le difficoltà che tutti possono avere, sebbene si cerchi sempre di ignorarli. Enid e Alfred sono sposati da tanti anni. Il loro è un matrimonio strano, in cui la donna è sempre stata succube del marito, ingegnere per le ferrovie statali che però non è mai riuscito a fare carriera, aggrappandosi a dei principi che lo hanno lasciato indietro rispetto a tutti gli altri. Ora l'uomo è malato, Parkinson e Alzheimer che gli hanno fatto perdere tutta l'autorità che aveva verso la moglie. E lei, Enid, fa finta nulla, si nasconde dietro alle apparenze, per non dare a vedere agli altri i problemi della sua famiglia modello. E poi ci sono i tre figli, ormai lontani da casa e che trovano insopportabile l'idea della madre di riunirsi tutti insieme per un ultimo Natale nella casa di famiglia. C'è Gary, il figlio più grande, sposato con tre figli e sull'orlo della depressione a causa di un matrimonio che è perfetto solo se non si parla dei suoi genitori. Lui è il fratello più pratico, quello che vorrebbe avere il controllo di tutto: vendere la casa dei genitori, trasferirli in una casa di riposo, ritornare alla sua vita senza problemi. In mezzo c'è Chipper, ex insegnante di comunicazione visiva che è stato licenziato dalla scuola in cui lavorava per aver avuto una relazione con un'alunna, e che ora vive con i prestiti della sorella, sognando di sfondare nel mondo del cinema come sceneggiatore, finchè non si imbarca in un'avventura illegale in Lituania, facendo soldi ingannando gli investitori americani. E poi c'è la più piccola, Denise, cuoco di talento ma dalla vita sentimentale travagliata e discutibile secondo i canoni della madre. Dei tre è quella che sembra più sicura di sé, anche se ancora non ha capito chi è e cosa vuole da se stessa.
Tutti e tre cercano di tenersi il più lontano possibile dai genitori, con cui non riescono ad avere un rapporto onesto: la madre critica troppo la figlia ed è troppo ossessionata dalle apparenze e dai canoni dell'società Americana, il padre sfrutta troppo la madre senza considerare mai le sue esigenze e non sopporta che gli dicano cosa deve fare anche se per il suo bene. Così ritrovarsi tutti sotto lo stesso tetto un ultima volta diventa una tortura, fatta di frasi non dette e di episodi rinfacciati, di urla e sgridate, fino a che tutto il velo di apparenze crolla inesorabilmente.
La trama va avanti alternando episodi del presente a ricordi del passato, inseriti nella narrazione per delineare al meglio la vita di questa famiglia e di ogni personaggio, per capire cosa li ha portati ad essere quello che sono adesso. E Franzen gestisce tutto questo in modo davvero impeccabile, con uno stile scorrevole e mai noioso, in grado di disegnare un ritratto preciso,a volte ironico, altre doloroso, di una famiglia vissuta secondo i canoni prestabiliti di una società, dietro a imposizioni e "correzioni" che la madre cerca in ogni modo di trasmettere sui figli. E' un libro incredibile, che una volta iniziato non si riesce a smettere di leggere. Consigliatissimo!
Nota alla traduzione: ben fatta direi!
Titolo: Le Correzioni
Autore: Jonathan Franzen
Traduttore: Silvia Peraschi
Pagine: 604
Anno di pubblicazione: 2005
Editore: Einaudi
ISBN: 978-8806174491
Prezzo di copertina: 14,50 €
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formato brossura: Le correzioni
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