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Le cose che so di lei

Creato il 26 agosto 2012 da Faustotazzi
Le cose che so di lei
Why do you have to be so cute? It’s impossible to ignore you. 
Le cose che so di lei per ora sono davvero poche, quasi nulla, a parte che è terribilmente carina -un tipo un po’ retrò -, che le piacciono la canzone che fa “con nella testa un vecchio rock and roll”, i vestiti anni ‘70 (un po’ anche quelli ’80), i film di Kubrik e che ascolta audiocassette la mattina in coda sulla tangenziale. Spesso si comporta come un’adolescente anche se ormai è parecchio tempo che è entrata nell'età adulta, infatti non ritrovo in lei quell’innocente stupore verso il futuro caratteristico delle città appena fatte. Lei mi sembra piuttosto una zia o una di quelle anziane signore dai trucchi pesanti sotto cui si nascondono le rughe e che frequentano i bar e i bistrot di Parigi da sole. Mi rendo conto che ne sto scrivendo con malevolenza ma in qualche modo io mi devo proteggere, devo difendere  la mia autostima perché ormai ci vediamo regolarmente quasi due mesi e lei sembra non essersene nemmeno accorta: per lei tutto procede normale, come se io non fossi nemmeno arrivato.

L’altro sabato eravamo dalle parti di Parc Brassens e finalmente dopo lunghissime settimane mi è sembrato che il suo sguardo per un momento si posasse si di me. Ci siamo sfiorati e per un istante l’ho sentita distintamente rendersi conto che io ero li, con lei. Che cosa avrà pensato? Secondo me ha deciso di far apparire a tutti che nemmeno mi ha notato, ma non è vero perché in quell’attimo io ho capito quanto lei possa essere sensibile a un’anima indipendente come la mia. Quindi, mi sta osservando di nascosto per capire se ce la farò, se le darò filo da torcere, se sarò un amante per cui perdere la testa. Anche io la osservo senza guardarla, cammino al suo fianco apparentemente senza darle troppa attenzione e intanto la studio, mi innamoro segretamente di lei, di ogni sua curva, di ogni suo dettaglio, di ogni suo pregio e di ogni suo difetto. Ormai ne sono ossessionato, quando sono solo la penso in continuazione, anche di notte e lei  mi sta prendendo la testa, mi sta conquistando il cervello millimetro dopo millimetro, questa affascinante stronzetta francese.

Qualche giorno dopo, per strada e nel metrò le donne mi guardavano in modo strano: sono sicuro che lei si accorta - lo deve avere capito da come la guardo - e ne avrà sicuramente parlato durante il fine settimana a qualche cena tra amiche. Così ora ogni donna in città sa che io sono perdutamente innamorato e lei non mi fila di pezza, perché li riconosco bene quegli sguardi femminili, quelle espressioni inintelleggibili tra il disprezzo e la consolazione, mimiche che da un lato ti dicono “Sei un insetto schifoso, perché non smetti di tormentare la nostra amica?” (Tormentare? Io? Ma se è lei che continua a provocarmi!) e dall’altro lasciano intendere che se solo tu fossi un poco meno fesso e ti fossi innamorato di loro anziché di lei (“Stupido ma non l’hai vista? Lasciala perdere, non fa per te, guardati intorno e smetti di perdere tempo dietro a quella stronzetta?”) tutto adesso andrebbe diversamente, verrebbe più facile, sarebbe meglio.

Invece io so che a lei piace farsi corteggiare e al tempo stesso trascurare e penso che mi tra poco mi amerà. La abituerò piano piano, lentamente le insegnerò quanto sia meravigliosa, le entrerò dentro sottile come una tentazione e le riempirò il cuore fino a quando ne sarà ricolmo; fino a che lei - che non sapeva si potesse vivere in arie così rarefatte - attraverso me, imparerà. Poi forse un giorno me ne stancherò, la guarderò negli occhi, volterò i miei passi verso la prossima destinazione e allora lei, vedendosi dimenticare,  proverà il dolore inatteso e violento di chi ha capito di avere imparato per una volta e per sempre a volare (e a vivere) da sola.

Ma questo avverrà forse alla fine della nostra storia, per ora siamo ancora molto lontani persino dall’inizio.

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