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Le cose senza nome apparente

Da Cinabro

E come sempre scrivo con troppo rumore nelle dita

nelle falene attaccate al pane degli stolti

pensando al cielo che mi cadrà in testa un attimo dopo

aver scoperto come sorridere

Segnato e macellato dai giorni migliori

attacco la penna al bordo delle labbra

per vedere cosa dico realmente

cosa disegno quando dormo

esisto io e poco altro

anche se qui spesso bussano

chiedendo se non c'è nessuno

aprirò quando sapranno il mio nome

lo scorrere del mio sangue

tra le macerie di una promessa

condannata a mantenersi da sola

Non è tristezza

quella che mi semina

ma presunzione del credersi migliori

di quel che sogniamo

tra un pezzo di pane caldo

e il muso di un tiro a segno

troppo vicino al cuore


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