Ben più preoccupante il risultato di un'indagine durata due anni in sei stati dell'Amazzonia Brasiliana, e che ha portato all'arresto di oltre 70 persone nello stato amazzonico del Mato Grosso. Nel taglio illegale erano coinvolte imprese forestali, proprietari terrieri, i compagnie del legno e funzionari ambientali, questi ultimi stati accusati di fornire la documentazione falsa per aiutare i taglialegna, certificando che il legname tagliato illegalmente provenivano da false autorizzazioni. Il Mato Grosso è uno degli stati brasiliani più colpiti dal taglio illegale a causa, per fare spazio all'espansione della monocoltura della soia. Gli arrestati sono ora indagati di associazione a delinquere, corruzione attiva e passiva, furto, appropriazione indebita di territorio, falso in atto pubblico, l'immissione di dati falsati nei sistemi informatici governativi e numerosi reati penali ai sensi della legge brasiliana sui crimini ambientali.