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Le crisi come le aveva descritte e previste un signore con la barba lunga nel lontano 1848.

Creato il 22 gennaio 2011 da Ippaso

Basta menzionare le crisicommerciali che, per il ritmo periodico, mettono in ogni istante più in dubbio l’esistenza della società borghese. Ogni crisi distrugge regolarmente, non soltanto una massa di prodotti già creati, ma anche gran parte delle stesse forze produttrici.

Una epidemia colpisce l’umanità, che nelle epoche precedenti sarebbe sembrata un paradosso: è l’epidemia della sovra-produzione. La società si trova immediatamente rigettata in uno stato di momentanea barbarie: si direbbe che uno sterminio le porta via tutti i mezzi di vita: l’industria ed il commercio sembrano paralizzati. – E perché? – perché la societàha troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttrici di cui essa dispone non assicurano più le condizioni della proprietà borghese; al contrario, esse sono diventate così potenti per queste condizioni, che son diventate ostacoli; e tutte le volte che le forze produttrici sociali spezzano gli ostacoli, esse gettano nel caos la società intera, e minacciano l’esistenza della proprietà borghese.Il sistema borghese è diventato troppo stretto per contenere le ricchezze che creaCome fa la borghesia per superare queste crisi? Da una parte con la distruzione forzatad’una massa di forze produttrici, dall’altra conla conquista dei nuovi mercati e il miglior sfruttamento dei vecchi.

Cioè essa prepara delle crisi più generali e più terribili, e riduce i mezzi per prevenirle.

Gli operai, costretti a vendersi di giorno in giorno, sono della mercé come tutti gli altri articoli di commercio; essi subiscono per conseguenza tutte le fluttuazioni del mercato.



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