Le cronache del ghiaccio e del fuoco: Mondadori editore, Sergio Altieri e la traduzione

Creato il 06 aprile 2013 da Martinaframmartino

Sergio Altieri

Non so se sono stata invitata all’incontro con Mondadori come membro della redazione di FantasyMagazine o se perché ho chiesto pubblicamente la testa di Sergio Altieri su una picca. Senza false modestie sono un elemento importante della redazione di FantasyMagazine visto che ne faccio parte da oltre sei anni, dirigo una delle sue sezioni e ho scritto qualche centinaio di articoli. Molti dei quali, come ben sa chi mi legge, sono dedicati a George R.R. Martin.

Sul mio blog ovviamente continuo a parlare di Martin, anche se i lettori sono molti meno. Però posso usare tutt’altro tono. Su FantasyMagazine sono una professionista, sul blog sono un’appassionata lettrice. E pubblico i miei pezzi – a volte sono veri e propri articoli, più spesso sono monologhi a ruota libera – in qualsiasi momento mi viene voglia di farlo.

Per esempio, quando ho letto che Altieri nella traduzione della Danza dei draghi ha aggiunto il nome Eddard al più vago Stark scritto da Martin, mi sono inferocita. La reazione è stata immediata, anche perché io stavo aspettando con curiosità di poter leggere in italiano quel monologo interiore per vedere se c’era qualche indizio che avevo perso nella lettura di A Dance with Dragons dell’anno prima. No, a quanto pare anche con la mia conoscenza dell’inglese non proprio perfetta in certi casi è meglio una lettura in inglese a una in italiano, anche se ciò non toglie che in futuro intendo andare avanti in entrambe le lingue.

Ho letto il nome Eddard, ho strabuzzato gli occhi, l’ho riletto e ho iniziato a fumare. Ho chiuso il libro italiano, ho trovato il corrispondente passo originale, ho visto quello che aveva fatto Altieri e sono corsa al computer.

Di solito scrivo su un file word, magari anche un paio di giorni prima rispetto a quando voi leggete le mie parole. C’è un filtro, un tempo di attesa che mi consente di aggiustare i dettagli. Quel giorno ho scritto direttamente nel blog e ho pubblicato quello che avevo scritto senza pensarci due volte. Il risultato, che molti conoscono, è questo: http://librolandia.wordpress.com/2012/10/31/il-torneo-di-harrenhall-george-r-r-martin-e-sergio-altieri/

Ho fatto un errore anch’io, ho scritto Harrenhall, con due “l”, invece che Harrenhal con una “l” sola. Gli errori capitano, ne ho fatti anche altri sia con Martin (quante volte ho scritto Tyrrell invece di Tyrell solo perché per anni ho seguito il Campionato del mondo di F1?) che con altri autori. Ma l’errore di Altieri è un po’ più grave.

Tempo qualche giorno e sono un po’ sbollita. Un po’, non certo del tutto. Così ho scritto una mail a un conoscente che ho in comune con Sergio chiedendogli di girare a lui un mio messaggio. Ho spiegato ad Altieri il suo errore e gli ho anche detto che ne avevo parlato pubblicamente in modo decisamente colorito, aggiungendo lo stesso link che trovate qua sopra. Non ho l’abitudine di nascondere le cose o negare quel che ho fatto. Se Altieri si fosse offeso pazienza, non era mia intenzione offenderlo ma volevo il libro corretto. E questo è quel che gli ho chiesto: di segnalare in casa editrice la necessità di togliere quel nome. Non so da quando ci sarà la correzione, certo ho fatto la segnalazione troppo tardi per la seconda ristampa. Poi… bisognerebbe controllare. Controllerò.

Più o meno nel momento in cui io scrivevo ad Altieri un suo amico si è imbattuto nel mio blog e ha rotto le scatole a un altro amico (lo so, è un giro di persone lunghissimo) perché pensava che volessi chissà cosa. Il risultato è stato un altro messaggio mio in cui spiegavo che rapporti hanno i lettori di Martin con teste e picche. Il messaggio si trova qui: http://librolandia.wordpress.com/2012/11/09/di-teste-e-di-picche/. Attenzione però, contiene spoiler (anche fotografici) del Grande inverno e della prima stagione del Trono di spade.

E le picche non sono tutte qui, visto che nel Regno dei lupi Tyrion ordina a Jacelyn Bywater di togliere dalle picche certe teste se non vuole che ci finisca la sua, e che in una bellissima scena del Portale delle tenebre Sansa mette su una picca la testa di un gigante (pag. 378). E pure HBO fa la sua parte. Per promuovere al meglio la terza stagione di Game of Thrones ha organizzato una piccola mostra itinerante di costumi e oggetti di scena, mostra che purtroppo noi non vedremo mai. L’ha vista però Theresa Delucci, che ha postato alcune foto sul blog di Tor. Se avete già letto Il grande inverno o visto la prima stagione del Trono di spade guardate un po’ cosa ritrae la sesta foto: http://www.tor.com/blogs/2013/04/game-of-thrones-the-exhibit#more. Siamo un po macabri? La colpa è di Martin, che continua ad accoppare personaggi a destra e a manca. Ha ucciso pure me, facendomi congelare a nord della Barriera. Come? Con un giochino chiamato Try Our Game of Thrones death generator. Si trova qui http://www.vulture.com/2013/03/try-our-game-of-thrones-death-generator.html, e a me ha pronosticato “Freeze to death North of the Wall”.

Tornando in tema la prima puntata della mia discussione con Altieri è finita qui, con lui che, sempre tramite il nostro conoscente comune, mi ha fatto sapere che mi avrebbe risposto ma che, visto che era una risposta articolata, che gli serviva tempo per scriverla e che al momento era un po’ troppo impegnato, non sarebbe riuscito a farlo subito. Io ho preso per buona la sua mail, aspettato fiduciosa, ma non sono rimasta con le mani in mano.

Era da tempo che pensavo a questa traduzione. Fino a una dozzina d’anni fa io ho sempre letto i libri in italiano visto che non ero in grado di leggerli in inglese. Poi ho imparato la lingua e ho iniziato a leggere opere che ero convinta che non sarebbero mai state tradotte. Per questo non ho letto A Feast for Crows, sapevo che sarebbe stato tradotto e che in italiano avrei impiegato meno tempo, fatto meno fatica e capito di più. Le cose però cambiano, e non solo perché negli anni il mio inglese è molto migliorato. Ho iniziato a scrivere per FantasyMagazine, il che ha comportato anche frequentare regolarmente siti in inglese in cerca di notizie. Mi sono abituata alla lettura in lingua, tanto che a volte non faccio nemmeno caso a quale sia la lingua che sto leggendo. E sono incappata nel problema spoiler.

L’ho già scritto, dopo la morte di Robert Jordan ho scritto tantissimi articoli su di lui. Ho letto tutto il suo blog, una quantità paurosa di interviste e un bel po’ di siti ricchi di informazioni estremamente affascinanti. E spoilerose visto che quasi sempre i lettori italiani si sono trovati in ritardo di uno o più libri rispetto a quelli americani. A proposito, Memoria di luce, traduzione di A Memory of Light, arriverà in italiano in luglio, perciò a breve raggiungeremo definitivamente l’edizione originale.

Ancor prima di leggere La lama dei sogni sapevo tutto quel che avveniva grazie a una quantità di spoiler paurosa. Naturalmente ho deciso che la cosa non si sarebbe più ripetuta, così ho letto in lingua originale i tre romanzi firmati da Robert Jordan e Brandon Sanderson e anche A Dance with Dragons, in attesa di poterli leggere in italiano.

Per questo ho letto l’ultimo romanzo di Martin in entrambe le lingue, oltre che per poterne scrivere una recensione per FantasyMagazine in tempi abbastanza brevi. L’attesa per me è un problema relativo, almeno finché aspettiamo tutti. Quando però non posso più frequentare siti che fino al giorno prima frequentavo abitualmente diventa un peso.

Il ritrovamento dei cuccioli di meta-lupo nella serie televisiva Il trono di spade

E qui torniamo alle traduzioni. Sapevo da anni che Altieri aveva scritto unicorno là dove Martin aveva scritto cervo. Se non sapete di cosa sto parlando evidentemente non siete miei lettori abituali, comunque almeno in questo stavolta sarò breve.

Nel primo capitolo del Trono di spade Robb e Jon trovano una meta-lupa morta a causa del corno di un animale che le è rimasto infilzato in gola. Martin aveva scritto che era un corno di cervo, e tutti i lettori della saga sanno che il cervo è l’animale araldico dei Baratheon come il meta-lupo lo è degli Stark. Allegro come presagio, vero? Infatti tutti si zittiscono.

Altieri, che trovava poco fantasy il cervo, lo ha sostituito con un unicorno.

Conoscevo da anni questo dettaglio per averlo letto su internet, ma lo reputavo un episodio isolato. Grave, ma comunque io il presagio l’avevo visto. La meta-lupa morta c’era, anche se la forza della scena era molto sminuita perché mancava il cervo. Presagio di morte per gli Stark, ma collegamento con i Baratheon sparito.

Ora passiamo un attimo al presente, e all’incontro del 4 marzo.

Al momento delle presentazioni Altieri mi ha chiesto se avevo portato la picca. È stato molto simpatico, e non ha dimostrato di essersela minimamente presa per le mie affermazioni. Poi magari dentro era infastidito, ma questo non posso dirlo, al di là del fatto che le sue spiegazioni erano rivolte principalmente a me. Evidentemente io sono stata quella che ha proposto l’immagine più colorita. Bene, parlando del cervocorno (o unicocervo? Lo ammetto, a volte non resisto alla tentazione di girare ancora un po’ il coltello nella piaga), ha ammesso la sua responsabilità. Come già per le edizioni dei romanzi in due o tre volumi, ci è stato chiesto di fare mente locale. Altieri non si è reso conto di aver attenuanto enormemente un presagio, altrimenti non avrebbe fatto quella modifica che continuiamo a rinfacciargli fino al punto di averlo esasperato. Sottovalutata l’importanza del nome, ha pensato di poter fare di testa sua. E io mi chiedo in quante delle sue decisioni s’inserisca un’altra attività di Sergio, quella di scrittore sotto lo pseudonimo di Alan D. Altieri. È possibile che il fatto di essere abituato a narrare le proprie storie e l’aver sviluppato la sua sensibilità lo abbia spinto qualche volta a uscire dal suo ruolo di traduttore per migliorare il romanzo che stava traducendo? Io questo caso io penso di sì, anche in quell’incontro non ho avanzato il mio sospetto. Se sfugge il momento per fare una domanda potrebbe non ripresentarsi mai, e le cose da dire erano davvero tante.

La storia inizia con un prologo oltre la Barriera. Vediamo Estranei e non-morti, quindi l’ambientazione è assolutamente fantasy. In un contesto di questo tipo un animale “reale” come un cervo per Altieri voleva dire ben poco e lo ha cambiato. Capisco come possa aver fatto quel cambiamento ma non lo giustifico, per me lui avrebbe comunque dovuto rimanere fedele al testo. Non è questione di sensibilità, con una frase che può essere tradotta in due modi diversi e nella quale i miei gusti non coincidono con i suoi. È un cambiamento deliberato, qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare. Ma ormai lo ha fatto, ed è qualcosa di cui dobbiamo prendere atto. Avrebbe dovuto prenderne atto già parecchi anni fa Mondadori e correggere il testo nei tre punti in cui compare l’errore (Il trono di spade pag. 24, pag. 32 e pag. 69). Mondadori per parecchio tempo ha fatto finta di nulla. Io onestamente sono stanca di leggere, come mi è capitato più volte, imMondadori, come se tutti i mali del mondo fossero legati alla casa editrice e a tutte le persone che lavorano al suo interno. Vorrei che ci rendessimo conto dell’importanza delle cose, e se anche con Altieri ho lanciato un bel grido pure io non vado a sparlarne in ogni possibile occasione. Ho notato un tale che non apprezza Martin che spesso commenta i miei articoli per il solo gusto di sparlare di Martin. Ma chi glie lo fa fare? Se a me un autore non piace non perdo il mio tempo a leggere quel che lo riguarda, mentre sembra che alcune persone si divertano solo se possono parlare male di qualcuno.

Mondadori se n’è bellamente infischiata per anni dei fan che chiedevano ripetutamente la correzione dell’errore. Mondadori non è un ente di beneficenza ma un editore che deve far quadrare il bilancio, e se dovesse stare dietro a tutte le richieste dei lettori avrebbe ben poco tempo per fare il suo lavoro, cioé pubblicare libri. In questo caso l’errore è grave, lampante e semplice da correggere, ma lo sappiamo noi che amiamo la saga e la leggiamo con passione. Per l’editore Il trono di spade è, o meglio era, un libro come tanti, ed è difficile stare dietro a tutto. Sono colpevoli dell’errore, Altieri per averlo fatto e Mondadori per non averlo corretto? Sì. Possiamo crocifiggerli, o magari mettere la loro testa su una picca? No. Ora l’errore verrà corretto, quindi prediamo questo risultato positivo e finiamola qui. Al massimo se ne può parlare in articoli che tracciano la storia della saga, ma non vale la pena spenderci su altro tempo o altre energie.

Torniamo ad Altieri nel 1998, cioé il momento in cui ha effettuato la traduzione. Perché ha fatto il cambiamento? Perché il cervo non gli piaceva, lo ha detto chiaramente. Evidentemente pensava di non fare nulla di grave, e pensava di farla franca. Fosse stato per me l’avrebbe fatta franca. Io non me ne ero accorta, anche se ormai sono anni che lo so. Mi è stato detto, altrimenti per me quello sarebbe rimasto per sempre un corno di cervo.

Cos’è successo in questi anni che ha cambiato le carte in tavola? Abbiamo avuto l’esplosione di internet. Qualcuno scopre una cosa, ed entro poco tempo lo sanno tutti. Un lettore capisce che Jon è figlio di Lyanna e Rhaegar, ci mette sotto il naso le prove e noi in un primo momento ci chiediamo come abbiamo fatto a non capirlo prima, e poi ci trasformiamo in altrettanti propagatori dell’idea, magari autoconvincendoci di averlo capito da soli. Qualcuno vede l’errore, lo scrive su internet, e tutti vogliamo la testa di Altieri… ok, l’ho già scritto.

Altieri ha fatto deliberatamente la sua modifica per aderire maggiormente al tono fantasy del prologo. Quante volte cose di questo tipo sono successe in passato? Noi ora ci indignamo, ma siamo sicuri che le traduzioni effettuate negli anni ’80 o ’70 o ancora prima siano corrette? Se l’errore non mi fosse stato segnalato non me ne sarei mai accorta. Anche conoscendo questo dettaglio, se non mi fosse stato detto che c’erano altri errori non me ne sarei mai accorta, almeno nella maggior parte dei casi. Lo so perché abbiamo internet, e perché ho letto questa discussione: http://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=9200. In quel forum io scrivo sotto il nome di Kindra, e come potete vedere (e come ha sottolineato anche Matteo/Lord Beric nel famoso incontro) faccio parte degli elementi più moderati. Però a furia di leggere commenti sul tal errore e sul tal altro errore e su quella svista e su una particolare modifica… ho iniziato a leggere in parallelo Il trono di spade e A Game of Thrones. Almeno nell’impostazione generale sono rimasta moderata: http://librolandia.wordpress.com/2012/01/15/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco-da-george-r-r-martin-a-sergio-altieri/. Certo, su qualche singolo episodio mi sono divertita a ironizzare, ma fino alla famosa testa sulla picca (e di nuovo in seguito) ho criticato il problema, richiesto una revisione ma nulla più. Se avete voglia (e tanto tempo da perdere) potete rileggere i commenti che si trovano sotto la categoria “George R.R. Martin rilettura” e vedere quel che ho trovato. Internet mi ha messo una pulce nell’orecchio, il resto l’ho fatto da sola. Ma se non ci fosse stato internet non avrei fatto nulla. È questa la differenza che Altieri e Mondadori non potevano prevedere. Probabilmente in passato molte traduzioni sono state fatte come questa, solo che i pochi che se ne sono accorti non avevano modo di esprimere la loro indignazione e non è scoppiato nessun caso.

Dopo aver parlato del cervo – che comunque verrà corretto – Altieri ha parlato delle altre caratteristiche della traduzione. Ha parlato dei nomi, spiegando i suoi criteri per la traduzione, e visto che continuava a guardare me gli ho detto che io non ho mai criticato i nomi scelti da lui, vedere per credere http://librolandia.wordpress.com/2011/11/21/george-r-r-martin-a-game-of-thrones-la-graphic-novel-e-le-traduzioni/. Probabilmente ne ho parlato anche da un’altra parte, ma scrivo talmente tanto che a volte è difficile anche per me ritrovare i miei testi.

Anche i titoli dei libri sono scelta di Altieri, per i quali ha scherzosamente ammesso le proprie responsabilità. Una volta che Mondadori ha deciso di spezzare i romanzi alcuni titoli andavano inventati. Non tutte le sue scelte mi piacciono, ma qualche scelta andava fatta, e ormai sono talmente abituata a romanzi che cambiano titolo in traduzione da non farci più caso. Ho fatto qualche commento sulle traduzioni dei titoli dei romanzi qui: http://www.fantasymagazine.it/rubriche/17503. Comunque non è un problema fondamentale, e non ho intenzione di dedicargli più tempo ed energie del necessario. Vorrei che i titoli fossero tradotti correttamente, ma se questo non avviene non ci perdo il sonno.

Sergio ha anche spiegato che è la prima volta che gli capita di veder pubblicate le scansioni di due pagine – in lingua originale e in traduzione – in modo che tutti possano fare il confronto fra i due testi. Ovviamente si rivolgeva ancora a me, ma in questo caso non ce l’avevo con lui.

L’errore di traduzione c’è, e io l’ho debitamente segnalato. Nel testo italiano manca una frase presente invece in quello originale, dedicata al fabbro Mikken. Frase non fondamentale, ma che comunque avrei voluto veder presente anche nella nostra lingua. In questo caso le mie parole sono state abbastanza moderate:

Evidentemente la frase è saltata, vuoi per una svista nella stampa, vuoi per una svista del traduttore. Visti tutti gli altri errori e libertà presenti l’ipotesi che viene in mente per prima è la seconda. Così perdiamo un tocco di colore in più, e per Martin è importante il realismo e la descrizione degli ambienti, la sottolineatura di quanto Ned si preoccupi di tutto quello che accade nel suo castello, il legame fra Arya e Mikken, che dopo tutto ha forgiato Ago, e una nuova citazione del fabbro, in modo che quando tornerà nella storia sarà ben presente nella nostra mente.

Quest’affermazione non è piaciuta a un certo mirko, il quale mi ha fatto notare che

Vorrei far presente una che fra la traduzione e la stampa un apposito revisore RIVEDE completamente la traduzione proprio per evitare frasi saltate o fraintendimenti. Lo so che questo toglie il divertimento del gossip sulle altierate, ma i meccanismi dell’editoria non sono tali che nessun traduttore può pubblicare ciò che vuole senza essere passato prima per le mani del revisore poi del redattore.

È il primo commento di una discussione fra me e lui che non ha portato da nessuna parte: .http://librolandia.wordpress.com/2012/06/20/il-trono-di-spade-di-george-r-r-martin-capitolo-22-arya/. Però so una cosa che all’epoca non sapevo: ora Altieri conosce il mio blog (magari non lo conosceva all’epoca di quella discussione ma le cose possono sempre cambiare), e ne ha letto certamente alcune pagine. Penso solo quelle che lo riguardano, comunque è arrivato all’incontro del 4 marzo ben preparato. Tornando alla discussione da quel che ho capito secondo mirko visto che ci sono revisori e redattori che rivedono il testo le frasi non possono sparire per sbaglio. Il che significa che la frase non può essere saltata, a meno che non sia stata tolta di proposito (ipotesi che io non ho mai avanzato per la sua evidente assurdità). Se la frase non è saltata o io ho le traveggole e mi invento le cose che non esistono o mi diverto a sparlare degli altri per puro divertimento. Per questo ho fatto la scansione delle due pagine: http://librolandia.wordpress.com/2012/06/24/non-scordiamoci-di-mikken/. In questo caso non ce l’avevo con Altieri ma con mirko, e volevo chiudere una discussione che si era trascinata avanti fin troppo a lungo. Così chiunque può fare il confronto fra i due testi e trarre da solo le sue conclusioni.

Alla fine siamo arrivati anche all’Eddard Stark della Danza dei draghi. All’inizio dell’incontro ci avevano elogiati, dicendo che siamo noi il futuro della critica. Tentativo di lusingarci per metterci di buon umore e renderci meno critici? Può darsi, certo c’è in questo una notevole verità. Se voi volete una notizia su Martin cercate su Il Corriere della Sera, La Repubblica o su internet? Ormai anche i giornali cartacei parlano saltuariamente di Martin, vende troppo, è troppo importante, per poterlo ignorare completamente. In fondo le pagine dedicate a cultura e spettacolo le hanno. Ma si tratta di articoli una tantum, che dicono ben poco. Volete analisi approfondite delle Cronache del ghiaccio e del fuoco? È qui (e sulle miriadi di altri siti) che dovete venire. Sapere chi sia la mamma di Jon Snow? Capire cosa sia davvero successo ad Harrenhal? Ecco, quello non è ancora chiaro del tutto, comunque noi ne parliamo e influenziamo la gente. Non siamo riconosciuti dai critici ufficiali, ma su certe cose siamo più influenti e aggiornati noi di loro.

Ci hanno anche detto che noi siamo l’élite, e che non dobbiamo misurare gli altri in rapporto a noi. Vero anche questo, mi sono da poco imbattuta in questo commento:

Mi sto facendo un trip sul blog di sta tizia, sembra si studi Martin dalla mattina alla sera:

librolandia | Con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda.

Vedere l’archivio relativo a Martin e rilettura di Martin. Impressive.

Darlkess, se mi stai leggendo anche stavolta ti assicuro che ho un lavoro, due figlie – una va in prima elementare, l’altra è al primo anno della scuola materna – e che nella mia giornata oltre a studiare Martin dalla mattina alla sera faccio anche tante altre cose. Di corsa perché sono troppe, ma ne faccio tante.

A me un commento così fa ridere (in senso buono), comunque è un’indicazione di come sono percepita. Ogni tanto qualcuno mi dice che dovrei scrivere un libro su Martin visto come lo conosco e a quante domande rispondo, magari anche con risposte molto articolate. Il che significa che non sono la persona migliore per dire cosa è comprensibile e cosa non lo è per un lettore un po’ più distratto o occasionale. Fatti per me evidenti per altri sono oscuri. Gli episodi, i nomi, a volte si dimenticano. Mio marito ha impiegato poco più di un anno per leggere i primi undici volumi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, poi ha dovuto aspettare tre mesi per poter leggere La danza dei draghi, appena pubblicato. In tre mesi si era già dimenticato un bel po’ di cose, e continuava a farmi domande. Per questo Altieri appena può scrive nome e cognome: per far ricordare meglio il personaggio. Se la guardiamo da questo punto di vista ha ragione lui, con così tanti nomi e cose da ricordare non tutti ricordano tutto e qualsiasi aiuto è ben accetto. Peccato che almeno in un’occasione, quella del torneo di Harrenhall, abbia aggiunto un nome quando non avrebbe dovuto farlo.

Da quel che ci ha detto lui è un appassionato delle Cronache, e convinto sostenitore della teoria R+L=J. Solo che anche lui è un essere umano, e a volte non nota dettagli o magari non è sospettoso di tutto come altri lettori. L’unico Stark che ricordava essere stato associato ad Ashara era Ned e così Sergio ha aggiunto il suo nome. Per lui fine della storia, almeno finché io non ho fatto scoppiare il putiferio.

Errore grave, ma fatto in buona fede. Avevo bisogno della sua spiegazione per capire il motivo alla base dell’errore, dimostrazione di quanto sia difficile calarsi nel punto di vista degli altri senza un aiuto. Ha comunque fatto un errore, ma aveva i suoi motivi. Ora la traduzione sarà corretta, e ce n’è davvero bisogno. Sperando che non si verifichino più episodi di questo tipo.

Più in su ho scritto che non mi sono fermata in attesa della risposta di Altieri alla mia mail. In novembre ho iniziato a scrivere un articolo serio sui problemi della traduzione. Ho avuto bisogno di alcuni mesi sia perché scrivo nei ritagli di tempo, e a volte sono ritagli così piccoli da essere quasi inesistenti, sia perché l’articolo era lungo e complesso e volevo che fosse preciso.

Inattaccabile.

Non ho inserito tutto quello che so. Non l’ho fatto semplicemente perché già così è un articolo lunghissimo, il più lungo che io abbia mai pubblicato su FantasyMagazine. Quando l’ho terminato, all’inizio di febbraio, l’ho inviato a Emanuele, il direttore della testata, per l’approvazione. Gli ho detto di rivederlo con calma, tanto non era un articolo di attualità che doveva essere pubblicato all’istante, e poi lui ha ancora meno tempo libero di me.

Dopo due o tre settimane mi ha detto che andava bene e che potevamo pubblicarlo. A quel punto l’ho bloccato io, perché ero già stata invitata all’incontro Mondadori. Volevo sentire cosa avevano da dire prima di pubblicare qualcosa. Naturalmente quando ero lì ho detto che avevo quest’articolo già pronto e che lo avrei pubblicato nel giro di qualche giorno. Altieri e gli altri hanno ridacchiato, ma non penso ne siano stati proprio entusiasti. Io però non sono il loro ufficio stampa, perciò se ho qualcosa da dire, anche se non gli piace, la dico.

Ho modificato qualche frase. Non tanto, quanto bastava per dire che intendono correggere la traduzione. Non ho tolto un solo errore, ma visto che sapevo delle correzioni sarebbe stato scorretto non dire nulla. L’articolo è questo: http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/18518/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco-una-traduzio/. Undici pagine di critica rigorosa, con citazioni delle pagine e spiegazione dell’errore, e non ho coperto che una minima parte della saga. Molti hanno apprezzato il mio lavoro, non tutti. Ho ricevuto anche questo commento:

Oltretutto trovo ridicolo il tono dell’articolo, che teorizza che in quanto l’opera e’ diventata famosa, ALLORA necessita di correzioni. Come se altrimenti tutto questo fosse accettabile.

Ok, allora sono ridicola, la cosa mi tocca poco. Però vorrei che tutti ricordassimo che le case editrici non sono associazioni benefiche, e che il loro scopo è guadagnare. Se un libro vende poco per loro qualsiasi investimento è uno spreco. Non ragioniamo da ragazzini immaturi che vorrebbero un mondo perfetto. Il mondo non è perfetto e dobbiamo accettare la realtà per quella che è. La traduzione contiene parecchi errori. Sarebbe stato bello se fosse stata fatta subito bene ma così non è stato. Le ragioni Altieri le ha spiegate. Posso non condividere il suo modo di lavorare, e posso dirglielo, ma più di questo non posso fare. Sarebbe stato bello se fosse stata corretta subito, ma commercialmente parlando la cosa non è fattibile. Se un editore modificasse tutto quello che gli chiedono i lettori non farebbe altro che fare correzioni. In più ci sarebbero certamente lettori pronti a chiedere modifiche prive di senso, e servirebbe davvero tanto tempo per valutare ogni richiesta dei lettori. E ogni investimento ulteriore su opere già pubblicate va attentamente soppesato per valutare se ne vale la pena.

Solo quando c’è un guadagno sicuro l’editore investe altri soldi rispetto a quelli stanziati in un primo momento per diritti d’autore, traduzione e quant’altro. È per questo che la correzione arriva solo ora. Avrebbero potuto decidersi un anno prima, ma meglio tardi che mai.

E comunque non ho perso l’abitudine di mettere il dito nella piaga. Se io non farò mai carriera un motivo c’è: non ho peli sulla lingua, e se vedo qualcosa che non mi convince non mi faccio problemi a dirlo.

In questo caso Mondadori si sta lustrando l’immagine a un costo molto ridotto. Hanno accolto le richieste dei fan, e questo è un ottimo sistema per farsi apprezzare, ma attenzione: non hanno parlato di revisione della traduzione. Questo sarebbe stato un lavoro lungo e costoso, al quale io avrei potuto partecipare – se me lo avessero chiesto – solo a pagamento, proprio per via dell’enorme impegno richiesto. No, hanno parlato di correzione degli errori, e infatti un paio di giorni dopo abbiamo tutti ricevuto una mail nella quale ci invitavano a segnalare gli errori da correggere. Correzione quasi a costo zero, visto che il lavoro di ricerca lo abbiamo fatto noi e loro si devono solo occupare di ristampare il testo, cosa che comunque ha un costo.

Io ho inviato la mia lista. Molti degli errori compaiono nell’ultimo articolo che ho linkato, altri sono indicati qui sul mio blog, altri ancora sono presenti solo in alcuni file che non ho mai pubblicato. Ho impiegato quattro giorni a preparargli un file leggibile con dati che già conoscevo. Non ho aggiunto nulla che non conoscessi, non faccio il lavoro al posto loro. Ho segnalato quel che sapevo, impiegando tempo a mettere tutti in ordine e a renderlo comprensibile, ma non sono andata alla ricerca di nulla. È questo il mio contributo alle prossime edizioni della saga. Molte delle cose che ho segnalato le avranno segnalate anche altri, qualcuna forse l’ho segnalata solo io. Dalle prossime ristampe i lettori avranno in mano libri migliori. Non perfetti, bisognerebbe fare un lavoro sistematico per questo, ma almeno alcuni problemi spariranno.



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