Cambridge, 1943. La seconda guerra mondiale imperversa in Europa e nel mondo, e i protagonisti prima del libro e poi della relativa trasposizione cinematografica del film, Le cronache di Narnia, non ne sono esentati. Lucy ed Edmond si trovano a casa degli zii, sopportando il viziato cugino Eustace, mentre i loro fratelli maggiori, Peter e Susan, si trovano l’uno impegnato nella preparazione dell’esame di ammissione al college, e l’altra in un viaggio negli Stati Uniti. Ma grazie alla magia di un quadro che si trasforma in mare in tempesta Lucy ed Edmund, assieme al loro cugino, si ritrovano nuovamente nel mondo di Narnia, salvati dal Principe Caspian.
Ma come mai il re e la regina di Narnia sono stati richiamati se non ci sono guerre da combattere? La risposta non arriverà subito, ma costituirà lo snodo di base della trama di questa terza avventura.
Questa volta non ci sarà tempo di stupirsi di personaggi quali fauni o minotauri, perché ben altre creature e spiriti imperversano in questo mondo magico per raggiungere il potere e scatenare il male. Male che non è più qualcosa di puramente esterno da combattere e sconfiggere con delle armi, bensì qualcosa che passa all’interno di ogni protagonista e che deve essere sconfitto dall’indole e dal valore, senza cedere ad alcuna tentazione.
C.S. Lewis, irlandese inizialmente calvinista e successivamente convertitosi alla fede anglicana nel corso della Grande Guerra, affronta, nel suo terzo libro, il conflitto tra bene e male, rilanciando valori cristiani e tematiche religiose: il Leone Aslan è un chiaro riferimento non solo al coraggio contro la tentazione bensì a Dio. Per non parlare della Stella luminosa che i protagonisti dovranno seguire per raggiungere l’isola dove il male nasconde le sue vittime: chiaro riferimento alla Stella cometa che seguono i Re Magi.
Un libro che dai fan della saga è considerato tra i migliori (se non il migliore) e che, tuttavia, non ha una resa eccelsa nella sua trasposizione filmica. Prima di tutto è cambiato il regista: non più Andrew Adamson (questa volta nelle vesti di produttore), bensì Micheal Apted, che non fornisce i giusti sviluppi alla storia dei personaggi.
Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero è un prodotto fortemente confezionato per le famiglie e, soprattutto, per i bambini che, come al catechismo, devono capire tramite questa saga quanto sia importante il bene e quanto sia importante sconfiggere il male. E i loro paladini sono Lucy (Georgie Henley), che deve superare le prime insicurezze dell’adolescenza e la sua invidia nei confronti della sorella più grande, Susan, ed Edmund (Skandar Keynes), probabilmente il personaggio più verosimile della saga, in un costante stato di indecisione tra tentazione e lealtà. Indubbiamente, dal punto di vista degli effetti speciali (live-action e animazione CGI, in modo particolare) e della fotografia non si può dir nulla. Eppure, la storia non coinvolge, né affascina, non riuscendo a sfruttare la miriade di spunti che, invece, hanno trasformato Il signore degli anelli in un capolavoro riconosciuto (citazione non del tutto casuale, se consideriamo la profonda amicizia tra Lewis e Tolkien).
Francesca Casella